La siciliana Planeta, la friulana Venica, la lombarda Guido Berlucchi, la siciliana Donnafugata, la calabrese Librandi, la valdostana Les Cretes, l’emiliana Tenuta Bonzara, la veneta Cantina di Soave, la veneta Zonin e l’abruzzese Illuminati: sono queste le prime 10 aziende vitivinicole più appetibili per l’enoturista. Nella classifica delle regioni, più turisticamente vocate sul turismo del vino, ha la meglio il Veneto (con 45), quindi Toscana (34), Lombardia (27), e a seguire di poco Piemonte, Abruzzo e Sicilia. Lo ha decretato “Le Dimore di Bacco”, la nuova guida sulle appetibilità turistiche delle aziende vitivinicole italiane, strumento moderno e coraggioso per meglio conoscere il mondo discreto delle “sentinelle del territorio”, secondo la descrizione che ne danno gli autori, Cinzia Tosetti e Carlo Ravanello, giornalisti di eno-gastronomia.
La guida - che classifica 257 aziende vitivinicole, 55 con il massimo dei voti) si rivolge sia agli appassionati di vino che agli operatori turistici e a quelle cantine che guardano con interesse a questo nuovo modo di viaggiare e di conoscere i luoghi anche attraverso i sapori. L’iniziativa nasce da una collaborazione tra la Simposio (ovvero i giornalisti Ravanello e Tosetti) e le Città del Vino.
“Per un vignaiolo - spiega a WineNews, Ornella Venica - è davvero una grande gioia vedere apprezzato, oltre che il suo vino, anche l’impegno nell’accogliere i visitatori. Da sempre credo nell’importanza dell’enoturismo - e non poteva essere altrimenti, visto anche il mio trascorso impegno come presidente del Movimento Turismo del Vino - tanto che la nostra è stata la prima azienda agrituristica del Friuli Venezia Giulia, nel 1985. Bisogna senz’altro andare avanti con l’ottica di abbinare al lavoro in vigna e in cantina anche la possibilità di offrire agli eno-appassionati la maniera di vivere i colori, i profumi e i sapori di un territorio”. E Cristina Ziliani della Berlucchi, una delle griffe delle “bollicine” italiane: “E’ un riconoscimento che ci fa molto piacere: per noi la cultura dell’accoglienza in cantina parte da lontano, è stato mio padre a cominciare fin dalla nascita dell'azienda negli anni ‘60. Allora non esistevano altre forme di pubblicità o comunicazione se non quella di far visitare l’azienda (allora si trattava soprattutto di piccoli gruppi di addetti ai lavori). Oggi accogliamo ogni anno oltre 12.000 visitatori, di cui un terzo sono sommelier, grazie a un accordo stipulato con l’Associazione Italiana Sommelier (Ais). Si tratta di un grande impegno, anche perchè la maggior parte delle visite si svolgono nei weekend, ma ritengo che aprire le porte agli enoappassionati sia fondamentale per farsi conoscere”.
Ma chi vuol conoscere quale sono le migliori dimore di Bacco e vuole avere una panoramica la più ampia possibile sulle aziende vitivinicole italiane, interpretandole non tanto secondo i classici metri di giudizio sui vini prodotti, ma attraverso una serie di parametri che portano alla definizione di valori numerici la cui somma conduce al valore complessivo dell’azienda stessa, trova in guida tanti indirizzi giusti: solo per citarne altre, sempre nella classifica, si va dalla Fattoria del Colle di Donatella Cinelli Colombini alla siciliana Carlo Pellegrino, dalla campana Mastroberardino alla lombarda Contadi Castaldi, dalla storica Fattoria dei Barbi di Montalcino di Stefano Cinelli Colombini all’avveniristica Petra del Gruppo Moretti a Suvereto, dalla griffe del Prosecco di Valdobbiadene Bisol alla piemontese Cordero di Montezemolo, dall’abruzzese Agriverde alla sarda Argiolas.
“Nelle valutazioni - spiega il giornalista Carlo Ravanello - si è tenuto conto di tanti parametri tra cui dell’ambiente in cui l’azienda vitivinicola è inserita, della sua storia, della sua presenza attiva sul territorio, degli impianti e delle strutture, della sua capacità di accoglienza, del management, dei rapporti con la clientela, della volontà di comunicazione e, naturalmente (ma senza esserne conditio sine qua non), della qualità dei suoi prodotti. Fattori tutti, cui sono stati assommati altri contributi suggeriti da cartelli segnalatori ben visibili, pannelli pubblicitari collocati lungo le strade, adeguate indicazioni stradali, parcheggi comodi ed ampi ...”.
La guida (pagine 288, prezzo 15 euro, info: carlo@simposio.fastwebnet.it) è, insomma, un interessante contributo all’attività delle imprese vitivinicole che stanno vivendo una fase evolutiva con la certezza ormai generalmente acquisita che il futuro della vitivinicoltura italiana si debba ricercare anche nello sviluppo di un turismo attento e responsabile in grado di portare sui territori un flusso di risorse superiore a quello realizzabile con il solo svolgimento dell’attività agricola. La motivazione che spinge al viaggio gli appassionati è composta, infatti, oltre che dall’attrattiva per il vino, anche da stimoli non strettamente legati all’attività produttiva come la natura, il clima, l’arte, la gastronomia tipica e, last but not least, i rapporti umani.
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