Un invito alle Regioni per mettere in campo nuove strategie a sostegno del turismo del vino. Con 4 milioni di enoturisti, 2,5 miliardi di euro di giro d’affari annuo, un tasso di crescita del 6% (fonte: IV Rapporto Città del Vino/Censis), il turismo del vino rappresenta una grande risorsa per le economie dei nostri territori, ma le difficoltà congiunturali e i ritardi amministrativi stanno generando lungo la penisola un’offerta tematica debole, rarefatta e molto diseguale in termini di qualità. E’ l’allarme che arriva dal convegno “Un futuro di sfide per le pubbliche amministrazioni. Come far valere le proprie risorse” del Biteg Forum, la borsa del turismo emnogastronomico di scena a Riva del Garda (Trento)
Per raccogliere le sfide e invertire la rotta su cui si sta muovendo il fenomeno enoturistico - sostengono Città del Vino e Censis Servizi -occorre mettere in campo nuove strategie che sta alla pubblica amministrazione promuovere: a livello delle Regioni e dei distretti enogastronomici, mobilitando risorse, soggetti collettivi e privati attorno a progetti definiti, e seguendo mirate politiche di marketing.
A seconda di come si giocheranno i fattori di queste nuove strategie da qui a 5 anni si potranno determinare due scenari radicalmente diversi per il turismo del vino: uno scenario “californiano”, più elitario, con pochi presidi territoriali di grande attrattiva, ma fortemente dominati dalle nuove cantine-monumento dei produttori d’elite; oppure uno scenario “italiano”, con una costellazione di distretti-cantiere che crescono in modo variabile, territorio per territorio, in coerenza con volumi e tipicità di prodotto, identità locali e risorse attivabili.
“Tra tutti i turismi il turismo del vino è quello che registra i segnali di crescita più interessanti e questo è un valore che dobbiamo presidiare - sostiene Floriano Zambon, presidente di Città del Vino - perchè porta ricchezza direttamente sul territorio, spinge le amministrazione locali a fare meglio, stimola le aziende ad accrescere la qualità e il servizio, ed è di aiuto alla conservazione del paesaggio agrario”. “Per operare la svolta che ci attendiamo - aggiunge Fabio Taiti, presidente del Censis Servizi - sembra indispensabile riorganizzare l’offerta dentro la nuova logica della ragnatela del mercato, sempre più dominata da turisti/consumatori egemoni, informati ed esigenti”.
Da un sondaggio interno alle Città del Vino (preliminare ad uno studio più sistematico che le Città del Vino, la rete dei 550 Comuni doc d’Italia stanno elaborando per approfondire l’argomento), su 40 amministrazioni locali, emerge anche che la spesa pro-capite per la promozione e la comunicazione enoturistica tende a diminuire nei Comuni più grandi. Le amministrazioni con una popolazione compresa tra 500 e 1.000 abitanti spendono in media 8 euro a cittadino; quelli tra 1.000 e 3.000 abitanti 6 euro; tra 5.000 e 10.000 abitanti appena 3 euro. I Comuni con una popolazione superiore a 20.000 abitanti spendono in promozione e comunicazione enoturistica addirittura meno di un caffè: appena 0,76 euro a cittadino.
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