“Un ministero dell’alimentazione da affiancarsi a quello dell’agricoltura per la salvaguardia dei prodotti di qualità legati al territorio e della salute”. E’ la richiesta lanciata oggi da Giacomo Mojoli, uno dei massimi e storici dirigenti di Slow Food nel convegno “Tra tradizione, territorio e biodiversità. Le nuove frontiere del vino”, al centro di “Alla Corte del vino”, evento internazionale del vino toscano di alto prestigio, ideato dal principe Duccio Corsini, di scena oggi e domani a San Casciano Val di Pesa (Firenze).
Giacomo Mojoli (presidenza internazionale di Slow Food) ha anche sottolineato che “l’agricoltura deve ritornare al centro delle nostre attività e della nostra e progettazione, perché dietro l’agricoltura c’è un tema profondamente trasversale alla quotidianità della vita di ognuno di noi che è rappresentato da una sana e vera alimentazione. Per questo auspichiamo un futuro ministero delle politiche agricole che si faccia sempre più interprete di queste tematiche, ed auspichiamo al tempo stesso anche un ministero ad hoc per l’alimentazione, perché mai come oggi, alimentazione, salute e agricoltura devono viaggiare sullo stesso piano”.
Il dirigente Slow Food - d’accordo anche i famosi produttori che hanno partecipato al convegno, tra cui il “vigneron” Duccio Corsini (Fattoria Le Corti), il produttore piemontese Elio Altare e il toscano Saverio Petrilli (Tenuta di Valgiano) - ha poi lanciato un appello per una maggiore sostenibilità ambientale quale fattore di competitività per le produzioni agroalimentari e vinicole italiane. Giacomo Mojoli si è detto convinto che “sempre più produrre grande vino sarà legata a una visione globale della qualità. Questo vuol dire che non esisterà vino di qualità se non c’è al tempo stesso un ambiente salvaguardato. Non solo - ha aggiunto Mojoli - il valore aggiunto che determinerà l’originalità del prodotto enologico italiano sarà nel recupero della diversità che vuol dire tradizioni, modello agricolo per un vino che sia capace di essere buono da bere ma anche da pensare”.
“Troppo spesso - ha concluso Mojoli - ci soffermiamo a parlare del vino limitandoci ad analizzare e degustare solo su quello che sta nel bicchiere: serve, invece, un’attenta riflessione su cosa sta fuori da questo bicchiere, ovvero il territorio da cui nasce e il sapiente lavoro svolto in vigna dalla mano dell’uomo”.
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