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CHIUDIAMO LE CANTINE L’ULTIMA DOMENICA DI MAGGIO E APRIAMOLE TUTTO L’ANNO: LA PROVOCAZIONE DEL GIORNALISTA E CRITICO GASTRONOMICO PAOLO MASSOBRIO

E se chiudessimo le cantine? La domanda se la fa sulle pagine del settimanale Vita Paolo Massobrio, giornalista e critico enogastronomico. Il riferimento è all’ultima domenica di maggio quando in Italia si celebrano “Cantine aperte”. E sono sempre in molti coloro che approfittano di questa data per visitare luoghi e cantine spesso non accessibili al pubblico negli altri giorni dell’anno.
“Ma qualcosa scricchiola - scrive Massorbio nella sua rubrica “Il Castigapiatti” - ed è colpa di quelle persone che prendono la scusa della Cantine Aperte per ingollare alcol e trascorrere una domenica all’insegna della bravata”. “Siamo così certi che sia aumentata “la qualità della gente” che va nelle cantine aperte - si chiede Massobrio - e che ritorno vero offrono al vino?”.
E ancora: “non nascondiamoci dietro a un dito: le aziende offrono sempre meno la simpatica accoglienza del mangiare qualcosa, le degustazioni sono diventate per la maggior parte a pagamento e, se proprio bisogna dare del vino a volontà, sarà sicuramente e sempre quello meno nobile. Ma allora che razza di promozione è mai questa? Una promozione all’incontrario? Si, quella di un’Italia che dà i numeri, non solo per il vino che obnubila la testa, ma anche per il vezzo di giudicare la positività di una manifestazione dalla quantità delle persone”.
Ed ecco dalla voce del fondatore del Club di Papillon una provocazione: “propongo ufficialmente una manifestazione all’incontrario: chiudiamo le cantine l’ultima domenica di maggio e apriamole tutto l’anno. Esattamente per tutti quei sacrosanti giorni dove la gente “sceglie”, non tirata da una promozione di massa, e si appresta a degustare con tranquillità e saggezza, come si addice al vino”.
“Confido - conclude il giornalista - che l’elezione di Chiara Lungarotti alla testa del Movimento Turismo del Vino riporti la manifestazione nei binari di un turismo meno episodico e folkloristico, esattamente come fu concepito a Torgiano, dove c’è il più bel museo del vino del mondo”.

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