Il miglior giornalista di enogastronomia straniero è James Sukling, il miglior vignaiolo è Josko Gravner, il miglior giornalista di enogastronomia è Daniel Thomases, la miglior giornalista di enogastronomia emergente è Licia Granello de La Repubblica, il miglior scrittore di enogastronomia è Paolo Marchi, il miglior winemaker è Giulio Gambelli (uno dei “padri” della grande enologia toscana, che si definisce “maestro assaggiatore” piuttosto che enologo): sono questi i principali vincitori del “Premio Luigi Veronelli” (edizione n. 1), istituito da Class Editori e da Veronelli Editore, consegnati oggi a Milano al Teatro dell’Angelicum di Padre Eligio. L’iniziativa è nata per onorare la memoria del più grande scrittore e critico italiano di enogastronomia, e il suo impegno per la ricerca della qualità.
Una sezione del Premio Luigi Veronelli è stata dedicata anche ai siti internet, che rappresentano ormai una delle fonti più consultate e seguite del mondo del “wine & food”: tra i tre candidati in lizza, c’era anche Winenews (www.winenews.it), insieme a Wine Spectator (www.winespectator.com) e Gambero Rosso (www.gamberorosso.it), che è poi stato eletto come vincitore. Una menzione speciale, per il miglior programma radiofonico a tema gastronomico, a Decanter: “per aver raccontato il vino, il cibo e dintorni con irriverente allegria, ma soprattutto con un linguaggio semplice e diretto, facile e immediato, che ha conquistato un vasto pubblico giovanile alla cultura enogastronomica”.
Della giuria del premio facevano parte, tra gli altri, Paolo Panerai per Class Editori (anche presidente); Benedetta Veronelli (editore della casa fondata dal padre) e Gian Arturo Rota (direttore generale di Veronelli Editore e curatore della guida I Ristoranti), vicepresidenti; Cesare Pillon, giornalista (anche segretario del Premio); Piero Antinori (vinattiere); Angelo gaja (vinattiere); Daniele Cernilli (direttore della Guida del Gambero Rosso); Gianni Mura (scrittore e giornalista de La Repubblica); Donato Lanati (professore di Enologia all'Università di Torino); Franco Ricci (presidente Ais Lazio e direttore di Bibenda), Cino Tortorella, conduttore televisivo. Inoltre, tra gli altri, a dimostrazione del carattere eclettico del Premio, Francesco Arrigoni (giornalista del Corriere della Sera), Giannola Nonino (grappaiola); Gigi Brozzoni (curatore della Guida ai vini di Veronelli), Antonio Santini (ristoratore); Mauro Febbrari (endocrinologo), Gianni Veronelli (imprenditore); Giacomo Bersanetti (designer), Fausto Borella (sommelier dell'olio); Beppe Bigazzi (conduttore televisivo); Carlin Petrini (presidente Slow Food), Nichi Stefi (scrittore e regista); Attilio Scienza (professore di Arboricoltura Generale e Coltivazioni Arboree presso l’Università di Milano); Padre Eligio (frate fondatore di Mondo X), Giorgio Pinchiorri (enotecaro/ristoratore) e Sirio Maccioni (ristoratore).
Ecco tutte le nomination e i relativi vincitori (in neretto):
Miglior giornalista di enogastronomia (alla carriera)
Daniel Thomases
Luigi Cremona
Antonio Piccinardi
Daniel Thomases
“per aver saputo, lui americano del Connecticut, penetrare nell’anima dei vini italiani ed esprimerla con una tale padronanza della nostra lingua da consentirgli di sottolinearne ogni più delicata sfumatura”
Miglior giornalista di enogastronomia (emergente)
Licia Granello
Manuela Piancastelli
Marco Bolasco
Licia Granello
“che occupandosi di vino e di gastronomia sul quotidiano La Repubblica è riuscita a scriverne con un linguaggio estremamente popolare ma allo stesso tempo con il rigore di chi conosce a fondo la materia”
Manuela Piancastelli
“per l’importante contributo che ha dato, con il suo lavoro giornalistico, alla riscoperta di antichi vitigni autoctoni e alla valorizzazione delle esperienze che stanno rivoluzionando la vitivinicoltura campana”
Miglior giornalista di enogastronomia straniero
James Suckling
Jens Priewe
Juancho Asenjo
James Suckling
“che ha saputo raccontare il Rinascimento del vino italiano al di là dell’Atlantico, sulle pagine del più prestigioso mensile specializzato del globo, The Wine Spectator, con intelligente equilibrio critico e acuta conoscenza tecnica
Miglior scrittore di enogastronomia (alla carriera)
Alberto Capatti
Aldo Santini
Massimo Montanari
Alberto Capatti
“per l’impulso che ha dato alla cultura enogastronomica italiana, lui docente di Storia della lingua francese, con l’Annale della Storia d’Italia dedicato all’Alimentazione e l’esemplare pubblicazione dell'Autobiografia di Pellegrino Artusi”
Miglior scrittore di enogastronomia (emergente)
Paolo Marchi
Allan Bay
Salvatore Marchese
Paolo Marchi
“per il brio con cui ha scritto le sue guide, Tutto pesce in primo luogo, e per la misura con cui, rispettando profondamente i valori della tradizione, è forse il critico più attento a tutto ciò che di nuovo bolle in pentola”
Miglior scrittore di enogastronomia straniero
Burton Anderson
Anthony Bourdain
Robert Parker jr
Burton Anderson
“perché è stato il primo, 26 anni fa, a fornire al mondo anglosassone, con Vino, the Wines and Winemakers of Italy, gli strumenti per capire che il vino italiano stava imboccando la strada dell’alta qualità. E perché, con il Grande atlante illustrato del vino italiano, è stato l’unico, sinora, a censire con metodo le zone ad alta vocazione enoica”
Miglior vignaiolo (alla carriera)
Josko Gravner
Elio Altare
Mariuccia Borio
Josko Gravner
“per aver avuto il coraggio, cambiando più volte lo stile dei suoi vini, di rifiutare il successo che aveva ottenuto e di essere arrivato così, pur essendo partito dalle tecnologie più moderne, a riscoprire la modernità dei metodi di vinificazione di 5 mila anni fa”
Miglior vignaiolo (emergente)
Rosa Bosco
Andrea D’Ambra
Alessandro Dettori
Rosa Bosco
“costretta dalle vicissitudini della vita a ricominciare da capo, ha saputo trovare una strada autonoma e originale per la sua microazienda: la strada di una qualità talmente eccezionale da risultare vincente”
Miglior patron (alla carriera)
Fulvio Pierangelini
Gian Luigi Morini
Alfonso Jaccarino
Fulvio Pierangelini
“per la tenacia con cui ha imposto il Gambero Rosso, da lui creato a San Vincenzo, come l’esempio più alto di ristorante di pesce della penisola, rimanendo se stesso, senza nascondere la forza del proprio carattere”
Miglior patron (emergente)
Raffaele Alajmo
Moreno Cedroni
Anthony Genovese
Raffaele Alajmo
“per la capacità che ha dimostrato facendo crescere con irresistibile rapidità la fama del ristorante di famiglia, valorizzando con elegante misura la genialità creativa in cucina di suo fratello Massimiliano”
Miglior maitre
Itala Brovelli, Il Sole di Ranco
Umberto Giraudo, Pergola di Roma
Piero Alciati, Guido di Pollenzo
Itala Brovelli
“per la grazia e la naturale eleganza con cui ha fatto del Sole di Ranco uno dei ristoranti più accoglienti e confortevoli d’Italia, organizzando un servizio in cui la professionalità si fonde con la simpatia”
Miglior oliandolo
Giuseppe Di Vincenzo, Mandranova
Pasquale Forte
Giuseppe Mazzocolin, Felsina
Giuseppe Di Vincenzo
“perché ha saputo portare ai vertici dell’eccellenza la sua azienda, la Mandranova di Palma di Montechiaro (Ag), producendo con attenzione, serietà e cure minuziose oli monovarietali da Nocellara del Belice, Biancolilla e Cerasuola”
Miglior grappaiolo distillatore
Romano Levi
Vittorio Capovilla
Jacopo Poli
Romano Levi
“per la fede con cui ha praticato la distillazione più difficile, quella a fuoco diretto, anche negli anni non facili in cui sembrava trionfare la distillazione con apparecchiature industriali, nonchè per la poesia che ha saputo trasfondere nella grappa con le sue inimitabili etichette disegnate a mano”
Miglior winemaker (alla carriera)
Giulio Gambelli
Franco Bernabei
Mattia Vezzosa
Giulio Gambelli
“per l’impulso che ha dato al rinascimento del vino toscano mettendo al servizio di alcune delle aziende più intraprendenti la sua straordinaria capacità di analizzare i vini utilizzando occhio naso e palato invece del gascromatografo, tanto da meritarsi il soprannome di Bicchierino”
Miglior winemaker (emergente)
Luca D’Attoma
Salvo Foti
Alessio Dorigo
Luca D’Attoma
“per la sensibilità e la riservatezza con cui, svolgendo la sua attività di enologo, ha partecipato alla nascita di alcuni grandi vini sfuggendo, in un mondo dove abbondano le prime donne, alla tentazione di mettersi in mostra”
Miglior artigiano alimentare
Corrado Assenza
Gioacchino Palestro
Mario Fongo
Corrado Assenza
“per le emozioni che ha saputo dare, da quando ha rilevato a Noto, nel Siracusano, la conduzione dello storico Caffè Sicilia, esprimendo con i dolci, la pasticceria, i gelati, tutto il fascino barocco della sua terra”
Gioacchino Palestro
“per aver salvato dalla banalizzazione turistica un gioiello della norcineria italiana come il salame di Mortara e per aver reinventato, nel suo laboratorio della Corte dell’Oca, il fegato grasso della Lomellina”
L’etichetta o l’oggetto da tavola più innovativo
Drop-stop
Bicchieri Riedel
Screwpull
Drop-stop
“perché il dischetto metallico che, arrotolato, si infila nel collo della bottiglia e impedisce al vino di gocciolare sulla tovaglia, è una di quelle invenzioni che ricordano, per la geniale semplicità, l’uovo di Colombo”
Miglior sito di enogastronomia
Gambero rosso
www.winenews.it
Wine Spectator
Gambero Rosso
“perché con l’elegante funzionalità della sua articolazione e l’ampiezza dei suoi interessi è diventato uno strumento di informazione e consultazione indispensabile “per i consumatori curiosi e golosi” a cui è dedicato, e non solo per loro”
Miglior film o trasmissione tv a tema gastronomico
Eat Parade
Il pranzo di Babette
Sideways
Eat Parade - Tg 2
“per essere riuscita a concentrare la comunicazione entro i ristrettissimi tempi imposti dal linguaggio televisivo senza per questo rinunciare a quell’approfondimento delle tematiche affrontate di cui si sente sempre più la carenza sul teleschermo”
La sagra gastronomica più interessante, vivace o curiosa
Cous Cous Festival
Ballo della verdura (Muggia)
Fiera del cacio, Pienza
Cous cous fest di San Vito lo Capo
“perché è una manifestazione che mettendo a confronto i vari modi di realizzare il cous cous coinvolge tutti i popoli del bacino mediterraneo, le loro culture e le loro tradizioni, nel segno dell’integrazione e della tolleranza”
Il comune che più si è adoperato nella salvaguardia dei prodotti agricoli
Colonnata (Carrara)
Carrù (Cuneo)
Castegnato (Brescia)
Carrara
“per aver saputo mobilitare l’intera comunità nella difesa del tradizionale metodo di maturazione del lardo di Colonnata quando l’Unione Europea intendeva vietarne per motivi igienici il soggiorno nelle vasche di marmo e per l’appoggio dato successivamente alla richiesta dell’Igp, indicazione d’origine protetta, per tutelarne l’autenticità”
Il particolare - Le curiosità del “Premio Veronelli”
Ci sono da rimarcare tanti punti di interesse emersi dalla cerimonia di assegnazione del “Premio Veronelli”, ruotato inevitabilmente intorno alla figura del grande Gino, senza il quale probabilmente molti dei giornalisti enogastronomici italiani ora farebbero un altro mestiere. A partire dalle non banali parole di Padre Eligio, fondatore della comunità Mondo X e padrone di casa al Teatro dell’Angelicum. Un frate che non si scandalizza nell’usare il termine “anarchico”, quello con il quale Veronelli amava definirsi, accostandolo a “mistico”. E una frase forte: “I santi non li fa il Papa”, riferendosi in particolare all’aiuto ricevuto nel 1967 da Veronelli quando Padre Eligio cominciò, solitario, a dedicarsi ai tossicodipendenti a Cozzo Lomellina.
Emozionante il video con i pensieri di Gino, quali “La terra, la terra, la terra, all’infinito la terra: il mio lavoro consiste nel camminare la terra; la terra è l’anima” e quella forse più famosa: “Il vino è il canto della terra verso il cielo”. E quando il sindaco di Carrara, Giulio Conti, premiato per la salvaguardia del lardo di Colonnata contro la burocrazia europea che ne voleva vietare l’affinamento nelle tradizionali vasche di marmo, ha annunciato di voler dedicare la strada di accesso alla città proprio a Luigi Veronelli. E Cesare Pillon, decano dei giornalisti enologici italiani, ha osservato che sono tanti i comuni che dovrebbero dedicargli una via o una piazza.
Non solo Veronelli, però, ma anche notizie e curiosità: Marcello Masi, vicedirettore del Tg2 ha raccontato che “Eat Parade”, condotta dal giornalista Bruno Gambacorta, fortunata rubrica di “wine & food” del Tg2, assumerà cadenza quotidiana, in coda al telegiornale delle ore 13 (sulla falsariga di quanto avviene al Tg5, con “Gusto”, ndr). Quanto ad Internet - ricordiamo che WineNews ha avuto la nomination come miglior sito enogastronomico al fianco di colossi come “Wine Spectator” e “Gambero Rosso” - Paolo Panerai, patron di Class Editori, ha ricordato come uno studio effettuato negli Stati Uniti abbia previsto che entro il 2010 l’informazione in rete scavalcherà quella su carta. “Naturalmente noi faremo di tutto per impedirlo”, ha detto Panerai, sorridendo. Ma, aggiungiamo noi, Internet in qualche modo ha già vinto, costringendo via via tutte le testate cartacee ad aprire un sito gemello per non perdere terreno nei confronti della concorrenza.
Infine, un aneddoto che svela l’invenzione del Drop Stop, piccolo e geniale accessorio premiato come oggetto da tavola più innovativo, nato in realtà nell’89 in Danimarca dai sensi di colpa di un giovanotto che aveva maldestramente macchiato con una goccia di vino rosso l’immacolata tovaglia di Fiandra della zia.
Francesco Beghi
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