Adesso, apertamente, anche le enoteche italiane vogliono dire la loro, sui prezzi … Ma non su quelli nei loro scaffali, dove anche di recente gli aumenti si sono fatti sentire (e con ottime percentuali, anche oltre l’80%, e non solo in pochi e rari casi), ma di quelli alla “sorgente”. Ovvero quelli che ogni azienda, nella libertà di mercato, decide di applicare, che sia o meno inserita in una importante denominazione. La “provocazione-invito” non è di tutte le enoteche, ma di quelle associate a Vinarius, storica ed importante organizzazione composta da 120 enoteche italiane con il fine di divulgare la cultura del vino, per bocca del suo presidente Francesco Bonfio (che è titolare di due enoteche in Siena), che, forse rispettando poco quello che dice il motto Vinarius - ovvero “organizzazione fuori dai circuiti delle mode e dell’apparire” - in piena “settimana delle anteprime” di Toscana, per avere un minimo di considerazione, si è lanciato in un “j’accusé” nei confronti, non di tutte le denominazioni, ma di qualcuna in particolare; di quelle “Docg che contano”, che sono leader di mercato e di immagine nel mondo, ed in particolare sul Brunello di Montalcino (ampliamente citato, in una nota stampa a firma Vinarius), ma anche su altri grandi italiani (Barolo e Barbaresco).
Francesco Bonfio ha spiegato che a queste Docg “spettano gli onori e gli oneri dei leader e come tale hanno il dovere di segnare la strada a tutti quelli che sono dietro”. “Si - ha spiegato poi a WineNews, Francesco Bonfio - con un ulteriore piccolo distinguo: il segnale a ridurre i prezzi nelle piccole annate deve partire dalle Docg importanti, che hanno prezzo. Il Chianti Classico, per essendo una Docg prestigiosa, ad esempio, anche di un’annata piccola, non può essere un segnale importante per il mercato (“passare da 5 euro a 4 euro, franco cantina, sulla base della qualità di un’annata, non se accorge quasi nessuno” ha stigmatizzato Bonfio). Il segnale deve essere dato da una grande denominazione, con prezzi ed immagine importante”.
Ma, come molte volte succede, chi di spada ferisce, di spada perisce: e così, dopo l’attacco lanciato dal presidente delle enoteche Vinarius Francesco Bonfio, gli enoappassionati non hanno perso tempo a scrivere a WineNews ed a manifestare il loro risentimento verso le enoteche che “anche quando le aziende danno indicazione di prezzo, molto spesso, non le seguono”, “che fanno ricarichi alti, o molto alti, a tutto discapito del consumatore”, che “anche quando, in passato, le aziende hanno abbassato i loro prezzi dei vini nelle piccole annate, allo scaffale, i prezzi non sono poi diminuiti”.
Il presidente Vinarius ha replicato a queste segnalazioni degli enoappassionati spiegando che “in enoteca, la forbice più alta va sul 50%; insomma, se una bottiglia parte da 20 euro, va allo scaffale a 36 euro, massimo. Le percentuali di ricarico che dicono gli enoappassionati, se ci sono, sono delle eccezioni, delle situazioni sporadiche. E, poi, un enoteca che facesse questi ricarichi andrebbe immediatamente fuori mercato”.
Ma allora, dato il fatto che ogni enoteca pianifica i prezzi sulla base dei “costi/ricavi” delle propria impresa, perché non lasciare la libertà di prezzo alle cantine e fare poi in modo che sia il consumatore a giudicare, in enoteca?
I prezzi - La cartina di tornasole sulle Docg di Toscana in enoteca
Spigolando in una delle tante enoteche della nostra penisola, ecco qualche prezzo sinceramente ben misurato alla qualità della vendemmia e che dimostra serietà e professionalità delle cantine, che giustamente fanno notare che “anche chi decide nelle piccole annate di fare vini nelle denominazioni importanti rinuncia comunque a tanta parte di prodotto (ad esempio, nel 2002, a Montalcino, il 50-60% di Brunello non è stato fatto; così come pure il Barolo e il Barbaresco, nel 2002 o 2003) e che “quando, in passato, le cantine hanno abbassato i prezzi dei vini nelle piccole annate, è stata dura riconquistare il prezzo allo scaffale nelle vendemmie eccellenti”.
Brunello di Montalcino Caparzo 2001 - 24 euro
Brunello di Montalcino Poggione 2001 - 23 euro
Brunello di Montalcino Castello Banfi 2001 - 27 euro
Sassicaia 2002 - 95 euro
Brunello di Montalcino Tenuta Col d’Orcia 2002 - 21 euro
Nobile di Montepulciano 2002 Avignonesi - 17,90 euro
Chianti Classico Castello di Ama 2003 - 25,50 euro
Chianti Classico San Giusto Rentennano Riserva Le Baroncole 2003 - 24 euro
Nobile di Montepulciano Boscarelli 2003 - 18,90
Fonte: Enoteca Palazzo Piccolomini (Siena)
Il giudizio nella “carta delle annate”
Annata 2001 - 8/10
Annata 2002 - 4/10 per Chianti Classico; 5/10 per Brunello e resto Toscana
Annata 2003 - 6/10
Fonte: Enoteca Palazzo Piccolomini (Siena)
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