C’è preoccupazione negli ambienti di Federvini, l’organizzazione degli imprenditori di vino e degli alcolici di Confindustria, sul piano “Guadagnare Salute” approvato del Ministero della Salute (e che recepisce le indicazioni dell’Oms), che prevede interventi mirati a ridurre i rischi correlati all’abuso di alcol. A destare preoccupazione non sono chiaramente le finalità dell’iniziativa, anche perché la Federvini riconosce che esiste “una realtà di consumo definibile a rischio e che sia indispensabile intervenire”.
Il malumore nasce, invece, dalla poca chiarezza e dalla genericità di certe misure di intervento, mirate a ridurre la disponibilità di bevande alcoliche nell’ambiente di vita e di lavoro e in generale a limitarne la disponibilità il consumo.
Il piano del Ministero della Salute prevede anche un più intenso controllo sulla rete stradale per diminuire gli il numero e la gravità degli incidenti alcolcorrelati, e l’incoraggiamento ai produttori affinché producano bevande a minor gradazione alcolica pur nel rispetto della qualità, e la richiesta di assicurare un’informazione corretta sui prodotti ai consumatori.
Secondo Federvini, queste sono sommarie richieste di divieti che hanno già dimostrato di fallire in quei Paesi che li applicano sistematicamente alle loro realtà sociali ben più inquinate da modalità di consumo scorrette rispetto alle nostre. La strada giusta sarebbe, invece, quella di una corretta educazione (peraltro prevista dal piano ministeriale rivolta a giovani ed adulti) in cui possono entrare in gioco anche specifiche limitazioni; un’attenta formazione di tutti gli operatori del settore, in particolare di coloro che sono addetti alla vendita ed alla somministrazione; una continua e mirata informazione, gli elementi di maggior successo ed efficacia per una politica attenta.
Federico Pizzinelli
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