Le aste di vino italiane sono “certificate”. Lo affermano, con decisione, le due case d’asta che effettuano in Italia le più importanti e prestigiose messe all’incanto dei migliori cru. “Noi garantiamo l’originalità di tutti i vini messi in vendita nelle nostre aste”, spiega il direttore di Pandolfini di Firenze, Pietro de Bernardi. Allo stesso concetto fa eco Raimondo Romani di Gelardini & Romani Wine Auction di Roma, che dichiara a WineNews: “quello delle bottiglie falsificate è un fenomeno assolutamente sconosciuto al mercato italiano e dell’Europa continentale e soprattutto non ha alcun nesso con le vendite all’asta. Non è mai accaduto nella nostra attività di incorrere in bottiglie falsificate o sospette, ne di ricevere segnalazioni o reclami in tal senso. Da parte nostra abbiamo sempre garantito l’originalità delle bottiglie e spesso richiediamo ai collezionisti che ci affidano le proprie cantine di consentirci di estrapolare alcune bottiglie per verificare e far verificare ai nostri clienti, nel tasting pre-asta, lo stato di reale conservazione e ripeto che non è mai emerso alcun dubbio sull’originalità anche di una sola bottiglia. Peraltro, gli attuali valori del vino in Italia, anche dei più pregiati, non giustificherebbe la falsificazione”.
Queste dichiarazioni rispondono indirettamente all’inchiesta del Wall Street Journal, che oggi ha riportato la notizia che anche la magistratura statunitense sta indagando per far luce su una serie di gravi frodi commerciali nei vini di altissimo valore, per l’ammontare di milioni di dollari, in cui sono coinvolti collezionisti, importatori e prestigiose case d’asta come Christie’s di Londra e Zachys di New York.
Nell’articolo “Phony wine sales probed. U.S. subpoenas sent to auction houses, including Christie’s”) sul Wall Street Journal viene inserita, artificiosamente, anche la frode sul Sassicaia degli anni scorsi: ma, nell’analizzare il fatto del Sassicaia avvenuto nel 2003, uno dei più importanti quotidiani economici del mondo commette qualche grossolana imprecisione (le bottiglie falsificate non sono del 1995, annata di grande pregio, ma del 1996, annata di livello inferiore; le 20.000 bottiglie falsificate non sono state messe mai in commercio perchè bloccate dalla Repressione Frodi …).
A WineNews, il marchese Incisa della Rocchetta, produttore del famoso ed eccezionale Sassicaia, spiega che “quella del falso Sassicaia è una storia vecchia, di anni; in quel caso, peraltro, c’è stato il sequestro quasi totale di tutte le bottiglie contraffatte. Ne sono sfuggite, conti alla mano, 40 esemplari. Tutto questo da indagine certa della Repressione Frodi. Quindi, la notizia è inesatta, come fuori luogo è il contesto”.
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