02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

“GIORNATA MODNIALE DELL’ALIMENTAZIONE” - FAME NEL MONDO: I CONTADINI DELL’AFRICA PER UN’AGRICOLTURA SOSTENIBILE

La crisi dei mercati finanziari potrebbe essere un’opportunità senza precedenti per rilanciare un modello sostenibile di agricoltura, nel nord come nel sud del mondo, e vincere un’importante battaglia nella lotta globale contro la fame. Se è vero che il riflesso della crisi colpirà duramente le economie già in crisi dei Paesi poveri, il conseguente aumento dei prezzi alimentari potrebbe rappresentare un’inversione di tendenza e un’opportunità per risarcire i produttori che sono stati penalizzati per anni dai prezzi bassi dei prodotti agricoli, non solo in Africa, ma anche in Europa. È partita da qui la riflessione del congresso internazionale della “Campagna EuropAfrica”, che, nella prossima “Giornata mondiale dell’Alimentazione”, ha invitato a discutere di politiche agricole, commercio e integrazione regionale, crisi finanziaria e alimentare i rappresentanti di alcune delle principali associazioni contadine europee ed africane.
“L’incontro - ha sottolineato Nora McKeon di EuropAfrica - vuole porre l’accento sul fatto che la crisi non riguarda solo l’agricoltura africana che non decolla, ma colpisce a livello globale. Siamo convinti che nel settore agro-alimentare il conflitto non sia tra nord e sud del mondo, ma tra i loro due modelli di agricoltura. Il primo, ha spiegato - “inquinante e produttore di un surplus che viene spesso ‘scaricato’ a prezzi inferiori rispetto a quelli di costo nei mercati dei Paesi poveri e produce un dumping che danneggia quelle economie; il secondo familiare e radicato sul territorio, e quindi sostenibile”.
La sfida dell’incontro di oggi, ha puntualizzato McKeon, “è quella di aiutare a costruire un dialogo e alleanze orizzontali tra agricoltori del nord e del sud per capire quale modello di agricoltura, qui e lì, sia più adatto a rispondere ai bisogni ‘reali’ della società, e non a quelli “fittizi” che mirano a produrre il più possibile e a costi ridotti”.
La crisi alimentare, le ha fatto eco un altro leader della Campagna EuropAfrica, Antonio Onorati, “è strettamente legata alla natura di questa economia di carta che oggi sta trascinando banche e borse nel disastro, e trasforma sempre di più i prodotti agricoli in prodotti finanziari”. Al centro del dibattito, il modello di agricoltura su scala familiare/contadina che “se adeguatamente sostenuto - ha osservato Ndiogou Fall, presidente di Roppa, la rete di organizzazioni contadine dell’Africa occidentale che rappresenta 45 milioni di piccoli produttori - dalle politiche nazionali e globali è altamente produttivo, ha un impatto ambientale minimo e un importante valore sociale di tutela degli spazi rurali.
“La crisi alimentare in Africa è il logico risultato di vent’anni di politiche sbagliate -ha continuato il leader senegalese - che hanno severamente penalizzato la capacità produttiva di oltre 20 milioni di famiglie di contadini, spina dorsale dell’economia e del tessuto sociale del nostro continente. Oggi più di sempre abbiamo bisogno di elaborare politiche che rispondano ai bisogni reali dei piccoli produttori e di superare l’attuale dipendenza dell’Africa dagli aiuti della comunità internazionale”.
“La condizione di fame, povertà e disuguaglianza nel continente - ha aggiunto Elisabeth Atangana, presidente di Propac, la piattaforma delle organizzazioni contadine dell’Africa centrale - è responsabilità delle politiche di liberalizzazione”. E ha aggiunto: “la crisi attuale è il logico risultato di queste scelte e di un lungo processo di de-capitalizzazione delle imprese agricole familiari, che ha comportato la loro esclusione dal settore produttivo, e per molti l’esodo verso le grandi città, con crescita della disoccupazione e della dipendenza dalle importazioni alimentari”.
Politiche “fallimentari - ha commentato Onorati - di cui è responsabile anche l’Unione europea, che oggi è la più grande potenza agroalimentare del pianeta e invece di cambiare rotta si continua a incancrenirsi nella difesa di un modello di sviluppo che dimostra ogni giorno di non funzionare”.
In Africa e in Europa, le organizzazioni contadine accorse numerose all’incontro romano chiedono alle istituzioni di operare un cambio d’orientamento delle politiche agricole regionali per farle divenire più partecipative e centrate sul paradigma della sicurezza alimentare. “Siamo venuti qui oggi per ascoltare - ha spiegato Helene Fiagan, segretario generale del gruppo Acp (Africa-Caraibi-Pacifico) - ma anche per far sentire la nostra voce, e il 17 ottobre saremo a Bruxelles per lanciare il medesimo appello alle istituzioni europee: i piccoli produttori africani non possono può continuare a subire le politiche agricole del nord del mondo ed è ora che entrino a pieno titolo nell’elaborazione delle strategie di sviluppo per l’Africa”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli