Secondo le ipotesi del Cresme entro il 2016 il rischio estinzione potrebbe colpire oltre 1.600 Comuni italiani, e, a questo scenario tormentato, si aggiungono le previsioni, a dir poco catastrofiche, del Rapporto sull’Italia del disagio insediativo promosso da Confcommercio e Legambiente, secondo il quale oltre un quinto degli 8.101 Comuni italiani in un futuro molto prossimo potrebbe addirittura scomparire: dalla perdita delle scuole, delle farmacie e dei bar a quella dei negozi, degli uffici postali e degli sportelli bancari fino al calo dei redditi procapite, il disagio abitativo ha dati e numeri allarmanti e rappresenta un fenomeno complesso che non riguarda più solo le cittadine sotto i 5.000 abitanti, ma anche i borghi più popolati.
“Contro l’inevitabile invecchiamento e la grave perdita d’identità dei piccoli e grandi borghi d’Italia - sottolinea Valentino Valentini, Presidente delle Città del Vino, l’associazione dei Comuni a più alta vocazione vitivinicola d’Italia - occorre puntare, con strategie chiare e nette e sfruttando al meglio le risorse disponibili, sulla valorizzazione delle economie legate alle produzioni di qualità, in particolare il vino, ma non solo, e dei servizi ad esse connessi, come unico strumento che abbiamo per far sì che i nostri territori e le nostre città diventino fantasmi della nostra memoria. Primo fra tutti è il federalismo fiscale che dovrà tener conto di queste esigenze, altrimenti oltre che bandiere azzurre, arancioni, verdi e rosse, non rimarrà che sventolare bandiera bianca”.
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