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“CHI GUIDA, NON BEVE”: LE RIFLESSIONI DI CLAUDIO ROSSO, PRESIDENTE DEL CONSORZIO DEL BAROLO, BARBARESCO, ALBA, LANGHE, ROERO SULLA PROPOSTA DI “TOLLERANZA ZERO” PER CHI GUIDA DOPO AVER ASSUNTO ALCOL, DA PARTE DELLA COMMISSIONE TRASPORTI DELLA CAMERA

I produttori di vino sono prima di tutto genitori e figli, consapevoli che la vita e le abitudini di oggi sono ben diverse da quelle di cinquant’anni fa, ma nello stesso tempo, da cittadini responsabili, vorrebbero evitare scelte affrettate e inefficaci, per questo le loro proposte e riflessioni risultano quanto mai importanti alla luce della “tolleranza zero”, invocata in questi giorni per chi si mette al volante dopo aver assunto alcol, e che, in sostanza, si traducono con “chi beve non guida”. Ad auspicare una seria riflessione in proposito è una delle realtà vitivinicole più importanti d’Italia, il Consorzio del Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Roero, con il presidente Claudio Rosso, che interviene nell’acceso dibattito che fa seguito alle modifiche del codice stradale proposte dalla Commissione Trasporti della Camera, presieduta dall’onorevole Mario Valducci, che prevedono il progressivo inasprimento delle pene per chi guida dopo aver assunto alcol: in particolare esisterebbe un consenso fra le vari parti politiche per abbassare il limite del tasso alcolemico da 0,5 a 0,2 grammi per litro.

“La gravità del fenomeno degli incidenti stradali mortali - sottolinea il presidente Claudio Rosso rivolgendosi alle autorità politiche - interpella tutti come cittadini, anche perché oltre un certo limite non si può più parlare di “incidente” nel senso di evento raro e occasionale, ma di fenomeno cui porre rimedi strutturali. Tra le azioni da intraprendere ve ne sono alcune già sperimentate con successo in altri Stati. La prima è quella che riguarda la velocità, tant’è che negli Stati Uniti, dove si utilizzano i demoltiplicatori per le auto più potenti, la percentuale di mortalità è di cinque volte inferiore alla nostra. Ci sono poi fattori decisivi come la puntuale manutenzione delle strade, il rispetto delle regole, le limitazioni per i più giovani e via dicendo”.

“L’alcol e le sostanze che alterano i sensi - prosegue Rosso - sono un altro importante capitolo e proprio per questo nel nostro Paese sono state introdotte da poco regole severe con il limite dello 0,5%. Gli italiani si stanno abituando a tenerne conto, anche se ci sono varianti individuali molto significative per cui non si può assolutamente dire che a quei livelli si è ubriachi. Il normale consumo di due bicchieri di buon vino può portare a quel dato ma gran parte della nostra popolazione ne riceve beneficio e non si ritrova con i sensi alterati. Come non ripetere che c’è differenza tra super-alcolici e vino di qualità? Abbiamo una cultura millenaria da cui impariamo che il vino a pasto non è solo un optional, ma un fattore alimentare e di salute. Abbassare il limite a 0,2 grammi per litro significa cancellare totalmente la possibilità di bere vino per chi debba guidare, trasformando la nostra bevanda nazionale, compagna di ogni buon pasto, in qualcosa di occasionale ed estraneo alla vita quotidiana. Ci sono persone più sensibili all’alcol che devono conoscersi e limitarsi, ma questo non può voler dire che tutti se ne debbano astenere come peraltro alcune leggi impongono in altre parti del mondo. I produttori di vino debbono essere i primi a combattere l’alcolismo e così sta avvenendo con il dimezzamento dei consumi e la crescita qualitativa. Forse dovremmo persino sponsorizzare le associazioni che lavorano contro la triste piaga dell’alcolismo, ma sarebbe assurdo che non difendessimo l’idea di produrre qualcosa che piace e “fa bene”. L’idea della cosiddetta “tolleranza zero” contro i fenomeni che causano incidenti stradali non può limitarsi al divieto di bere un bicchiere di vino se si guida: non ci sarebbero i risultati che ci si aspetta e si metterebbero in difficoltà un bel po’ di persone tranquille”.

“È questo il motivo per cui il nostro Consorzio - conclude Rosso - ha contribuito alla nascita di un “Osservatorio nazionale sul consumo consapevole” che ha sede nel Castello di Grinzane Cavour dove il noto conte Camillo Benso usava le buone bottiglie per tessere accordi con tutte le corti europee. In definitiva, crediamo di interpretare l’opinione di molti se chiediamo al Parlamento e al Governo di meditare con attenzione l’ipotesi del limite del tasso alcolemico a 0,2 grammi per litro”.

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