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NATALE 2008 ALL’INSEGNA DEL “LOW COST”: ECCO LE “MICROVACANZE A KM ZERO”, ALL’INSEGNA DELL’ENOGASTRONOMIA, DELLA CULTURA E DELL’AMBIENTE “DIETRO L’ANGOLO”, SECONDO UN DOSSIER COLDIRETTI/SL&A

Breve, intensa e che duri almeno una notte, un mix di enogastronomia, cultura ed ambiente da scoprire, o riscoprire, appena dietro l’angolo: sempre più amata, la “microvacanza made in Italy” è la nuova tendenza dal successo crescente, che permette di risparmiare tempo e denaro, senza inquinare. Secondo il primo dossier sulle “Microvacanze a km zero”, promosso dalla Coldiretti in collaborazione con la società di ricerca SL&A, gli italiani non rinunciano alle ferie, ma il Natale 2008 sarà all’insegna dello stile “low cost”: una nuova forma di turismo sempre più amata dagli italiani, con previsioni “boom” in vista delle ormai prossime festività.
Sono quasi 7 milioni gli italiani che, secondo la Coldiretti, per il Natale 2008 trascorreranno una “microvacanza” restando fuori casa fino a tre notti alla scoperta delle bellezze ambientali, culturali ed enogastronomiche del territorio vicino alla propria sede di residenza. Un vero “boom” per questa nuova formula di turismo con la percentuale di italiani in viaggio per Natale in aumento del 60% dal 2005 ad oggi, secondo elaborazioni Coldiretti/SL&A su dati Swg/Confesercenti. I dati del Natale 2008 evidenziano che, sul totale delle vacanze di fine anno, il 46% degli italiani sceglierà il breve-periodo (da uno a tre giorni), una quota quasi raddoppiata rispetto al 29% del 2005. La preferenza per la “microvacanza” è la conferma di un andamento ormai inarrestabile. Nel 2008 infatti si è verificato per la prima volta il sorpasso delle “microvacanze” sulle vacanze tradizionali (4 notti e più). Secondo le stime Coldiretti/SL&A quest’anno su 97,5 milioni di viaggi per le vacanze, il 51,3% riguardavano le microvacanze e il 49,7% le vacanze tradizionali. A dimostrazione dell’entità del fenomeno, si stima che, per il periodo compreso tra Natale e l’Epifania, negli alberghi nazionali circa il 25% degli ospiti risieda nella stessa regione in cui si trova la struttura, il 33% in regioni confinanti e il restante 42% in località più lontane. “Le microvacanze - sottolinea il presidente della Coldiretti Sergio Marini - sono un fenomeno non necessariamente legato alla crisi, ma frutto anche di un ritrovato interesse per i valori e la cultura dei propri territori”.
Rispetto alle città con “appeal turistico” e alle località più rinomate, a parità di categoria, il risparmio che si ottiene frequentando i piccoli centri o una località vicino a casa oscilla tra il 28 e il 42%, e cioè si ottiene sempre uno “sconto” di almeno 1/3, sulla base di elaborazioni SL&A su dati Guida Michelin 2008: un beneficio che, aggiunto al minor costo del trasporto, consente così di contenere il valore assoluto di spesa in 150/250 euro a persona.
La possibilità di trascorrere una “microvacanza” gratificante è favorita in Italia dalle molteplici opportunità dell’offerta turistica territoriale, con la più ampia varietà di patrimoni culturali, artistici, ambientali ed enogastronomici. Questo perché, secondo la Coldiretti, non mancano in Italia i percorsi turistici legati all’enogastronomia con 142 “strade dei vini e dei sapori”, lungo le quali assaporare le molteplici tipicità del territorio. E se i 18.000 agriturismi presenti lungo tutta la penisola sono i luoghi ideali dove riposare e riscoprire i sapori delle tradizioni, in Italia sono “aperti al pubblico” per acquistare prodotti enogastronomici 60.700 tra frantoi, cantine, malghe e cascine. L’Italia può inoltre contare su 772 parchi e aree protette, che coprono il 10% del territorio nazionale, sulla leadership europea nella produzione biologica e nell’offerta di prodotti tipici con ben 174 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario e 4.396 specialità tradizionali censite dalle regioni, mentre sono 477 i vini a denominazione tra Doc, Docg e Igt.
Ma la scelta della “microvacanza” ha anche un valore ambientale perché consente di risparmiare carburante e quindi di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra nell’atmosfera.

Ecco le esperienze pilota di “pacchetti microvacanza”
- Venezia: week-end in bici lungo la via Annia sulle tracce dei paleoveneti
Dalla stazione di Mestre è possibile caricare le bici in treno e raggiungere la stazione di Quarto d’Altino. Di lì si pedala lungo la via Claudia Augusta che percorre l’argine del fiume Dese e in pochi chilometri, su pista ciclabile ben curata, si arriva ad Altino. E’ possibile visitare il museo e i resti della necropoli romana con un tratto ben conservato della Via Annia. La ProLoco è ben organizzata per preparare spuntini per gruppi, affittare bici, nel piccolo paese c’è anche una trattoria tipica. Continuando il viaggio in bicicletta si può raggiungere (via Restera - l’argine del fiume Sile) la darsena di Portegrandi e lì imbarcarsi per Torcello. La laguna nord, con le barene è un’elegante Camargue veneta. I luoghi cari a Hemingway. A Torcello si può pranzare, cenare e alloggiare nella casa dell’artista “Lucio Andrich” un piccolo gioiello pieno di arazzi, sete, quadri, vetri, legni ora azienda agricola e "bed&breakfast gestita dal nipote Paolo Andrich. E’ l’unico imprenditore agricolo dell’isola (15 residenti). Organizza visite guidate anche negli angoli più segreti e nascosti perché solo lui li conosce. Il pacchetto può prevedere la cena “Vip” a km zero in locanda Cipriani.
- Treviso: dalle prealpi alle Alpi, un week end con la febbre da cavallo
Un percorso particolare, inaugurato da poco grazie all’impegno di Enrico Curto il titolare dell’agriturismo “La Dolza” di Valmareno di Follina. Siamo in provincia di Treviso tra Conegliano e Vittorio Veneto. Un posto suggestivo caratterizzato dalla presenza di un Castello medievale (ristrutturato ora hotel) e dalla vicina Abbazia Cistercense di Follina (1.200). L’operatore agrituristico (guida equestre) ha pianificato una serie di percorsi a cavallo che dalla azienda conducono nel Parco delle Dolomiti. Un viaggio tra malghe, stalle, rifugi, lungo le tradizioni rurali formaggi sotto le stelle, bivacchi.
- Verona: week-end sociale in valpolicella
La Locanda “Le salette” è gestita da una cooperativa di malati psichici. Un posto gradevole, curato e terapeutico. In questo locale si mangia a chilometro azzerato, addirittura a metro, in quanto i prodotti provengono tutti dal perimetro comunale. L’esperienza è alternativa, ma inserita in un contesto di sensibilità (anche istituzionale locale) molto alto. Si possono degustare vini di alta qualità durante serate organizzate ad hoc e visitare un arte minore ma altrettanto importante (chiesette, vitigni, terrazzamenti, aziende agricole). Potrebbe essere un ipotesi da sfruttare anche durante il periodo del Vinitaly. Lo staff della Cooperativa Azalea può seguire questo programma.
- Padova: sui Colli Euganei, week-end tra biobenessere e cibo a km zero
A Torreglia (Padova) l’antica Trattoria da Ballotta sostiene e promuove l’operazione chilometro zero. Il titolare Fabio Legnaro organizza anche il green rally (una corsa lenta con mezzi alimentati a bioenergia). Il week end prevede la cena, o il pranzo rigorosamente a chilometro zero e il pernottamento nel Grand Hotel delle Terme con trattamenti biocosmetici (oltre che fanghi, acqua termale) e colazione (o spuntino) energeticamente corretta. Fabio Legnaro, ristoratore con il cuore agricolo, può indirizzare i turisti presso le cantine della zona che producono vini tipici dei colli (moscato fior d’arancio, friularo, serprino) calcolando un percorso sulle strade del poeta, brevi e golose che possano portare ad Arquà Petrarca.
- Vicenza: week-end temerario sul fiume Brenta
A Solagna (Vicenza), sopra Bassano del Grappa, un operatore agrituristico ex campione di canoa, anima la Val Brenta. La Casa sul Fiume è il suo nido che può ospitare gruppi e amanti della natura. Si chiama Ivan Pontarollo ed è la guida privilegiata di questo piccolo paradiso. Un week-end può comprendere: rafting sul fiume, visita alle grotte di Oliero, trekking sui sentieri della Grande Guerra e visita alle coltivazioni di tabacco della zona. Nella vallata si continua a produrre un particolare tabacco impiegato per il sigaro “autoctono” marchiato Nostrano del Grappa.

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