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LA COMMISSIONE EUROPEA PROMUOVE DUE PRELIBATEZZE DELL’AGROALIMENTARE ITALIANO: IL RADICCHIO DI VERONA IGP E LO ZAFFERANO DI SARDEGNA DOP

Il Registro europeo delle denominazioni d’origine, Indicazioni geografiche e Specialità alimentari, tutelate dall’Unione europea contro imitazioni e falsi, si arricchisce di due nuove prelibatezze made in Italy: dopo l’ok della Commissione europea, il radicchio di Verona e lo zafferano di Sardegna, prodotti di alta qualità dell’agroalimentare italiano, sono stati promossi da Bruxelles, rispettivamente a Igp e Dop, andando così ad aggiungersi alla lista di 800 alimenti, già tutelati dalla legislazione europea.
Il Radicchio di Verona Igp rappresenta una delle colture più significative del veronese, ottenuta in pieno campo, e rappresenta per la filiera di produttori, commercianti e consumatori una risorsa di grande portata, apprezzata anche sui mercati esteri. Lo Zafferano di Sardegna Dop si distingue invece per le sue qualità organolettiche, in particolare per le sue proprietà aromatizzanti.
Salgono così a 176 - sottolinea la Coldiretti - i prodotti protetti italiani (114 Dop e 62 Igp) di cui 30 prodotti a base di carne, 35 formaggi, 38 oli di oliva, 58 ortofrutticoli, 2 aceti, 4 prodotti della panetteria, 2 carni e frattaglie fresche, 4 spezie o essenze, 2 pesci, molluschi, crostacei freschi e prodotti derivati e un miele.
Lo ”Zafferano di Sardegna”, in particolare, è il terzo zafferano che ottiene la denominazione di origine protetta dopo lo Zafferano dell’Aquila e quello di San Gimignano. La Dop è riservata al prodotto essiccato in stimmi o fili proveniente dalle coltivazioni di Crocus sativus L. coltivato nel territorio dei Comuni di San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca, situati nella provincia del Medio Campidano. Da un’attenta analisi qualitativa dello zafferano prodotto in Sardegna è stato riscontrato che il contenuto medio di crocina (l’elemento al quale è collegato il potere colorante dello zafferano), picrocrocina (l’elemento al quale sono riconducibili gli effetti euptetici ed il correttivo di sapore) e safranale (l’elemento al quale sono associate le proprietà aromatizzanti) è notevolmente superiore alla norma. La cultura dello zafferano in Sardegna è molto antica ed affonda le sue radici all’epoca dei Fenici che, probabilmente, la introdussero nell’Isola. Sotto il dominio punico e nel periodo romano e bizantino si consolidò la coltivazione e l’uso della droga nell’isola, utilizzata principalmente per usi tintori, terapeutici e ornamentali. Il logo della Dop “Zafferano di Sardegna” ha al centro un fiore stilizzato a sei tepali disposto a sinistra per lasciar spazio agli stimmi che si protendono verso destra e verso sinistra. In alto è disposta ad arco la dicitura “Zafferano di Sardegna”, in basso la scritta “Denominazione di Origine Protetta”.
Dopo le Igp concesse al Radicchio Rosso di Chioggia, al Radicchio Rosso di Treviso e al Radicchio Variegato di Castelfranco è giunta adesso la Igp del “Radicchio di Verona”. Di forma sferoidale, ha foglie rotondeggianti che in autunno si chiudono a formare un grumolo pieno e compatto. La nervatura principale è bianca e molto sviluppata. Il sapore è gradevolmente amarognolo e croccante nella consistenza. Utilizzo principale in cucina i vari tipi di radicchio si prestano a diversi impieghi: in particolare si preparano insalate crude e miste, radicchio in pinzimonio, ai ferri, saltato in padella oppure come ingrediente principale di risotti. La zona di produzione del “Radicchio di Verona Veneto” comprende il territorio di 32 comuni della provincia scaligera, 13 di quella di Vicenza e 12 di quella di Padova. La coltivazione si specializzò maggiormente con l’introduzione della tecnica dell’”imbianchimento”, importata in Italia alla fine del XVIII secolo dal belga Francesco Van Den Borre. Viene venduto nei tipi precoce e tardivo. Il logo raffigura tre grumoli di “Radicchio di Verona” con linee e striscia azzurra che vogliono rappresentare l’Arena di Verona e il fiume Adige come riferimento all’origine geografica.

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