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DALLE FALDE DELL’ETNA PARTE IL RILANCIO DELL’AGRICOLTURA. IL PRESIDENTE DI CONFAGRICOLTURA, FEDERICO VECCHIONI HA PRESENTATO A IL FORUM DELL’ORGANIZZAZIONE, “FUTURO FERTILE” (TAORMINA, DAL 26 AL 28 MARZO)

L’agricoltura come antidoto contro la crisi, il cui futuro deve essere costruito su solide basi scientifiche. E’ finito il tempo dell’ideologia per il settore agricolo italiano, secondo il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni che ieri ha presentato il programma del Forum “Futuro Fertile”, in programma a Taormina, dal 26 al 28 marzo.
“Questo è il tempo del pragmatismo” dice Vecchioni che auspica per l’agricoltura la conquista di un ruolo finalmente cruciale nella politica internazionale. In tempo di crisi, è possibile che i rischi diventino opportunità per l’agricoltura, massima espressione dell’economia reale, verso la quale “il sistema finanziario - dice Vecchioni - si è fatto più sensibile” ma ancora non basta. Il passo successivo è smettere di considerare alternativi i due approcci che finora hanno contraddistinto il settore agricolo: quello produttivistico, legato ad un’immagine di agricoltura industriale e quello che, invece, privilegia il portato sociale del comparto.
“Questi due indirizzi sono compatibili - aggiunge Vecchioni - anzi, non può esistere uno senza l’altro, non si può fare agricoltura sociale senza che questa si basi su una solida base produttivistica”.
Ma dagli indirizzi di fondo si deve passare alle idee concrete per il settore, attanagliato com’è dalla crisi economica che rosicchia i consumi e i redditi degli agricoltori. E il Forum di Taormina, “ancora più economico”, secondo Vecchioni, rispetto alle due passate edizioni vuole essere, nelle intenzioni degli organizzatori, una fucina di idee e allo stesso tempo la base di consolidamento di un nuovo corso per l’agricoltura. Per questo, l’organizzazione ha preparato una tavolozza di spunti per il G8, otto punti da sottoporre ai Grandi perché tengano bene a mente che senza agricoltura non può esserci sviluppo, soprattutto alla luce della crisi alimentare scoppiata nel 2007, dove il mondo ha scoperto che la sicurezza alimentare per tutti era una chimera.
E’ questo il motivo per cui, come primo punto, Confagricoltura colloca l’assunto per cui l'agricoltura deve essere un elemento strategico nella politica internazionale, realizzare una gestione attiva dei mercati che siano in grado di assicurare auto approvvigionamento e sicurezza alimentare per tutti. Per far ciò, il terzo dei punti dell’associazione parla di un allargamento della base produttiva, in termini di materie prime agricole e tecnologia nei processi e nei prodotti.
Anche la base di dialogo deve essere analogamente ampliata, secondo l'organizzazione, che propone di rendere permanente l'allargamento del dibattito a nuovi player, come le economie orientali in costante crescita, rifuggendo ipotesi protezionistiche e optando per una liberalizzazione graduale dei mercati basata su reciprocità di regole e comportamenti, per garantire alle imprese un sufficiente accesso al credito per gli investimenti, l'internazionalizzazione e il rilancio delle produzioni.
Rilancio che non significa solo valorizzazione attraverso certificazioni. “Non basta un marchio collettivo, una Doc o una Igt per avere successo sul mercato - afferma Vecchioni - occorre coniugare l’eccellenza di produzione con l’efficienza di filiera”.

Focus - I big della politica e dell’economia all’ombra dell’Etna
A Taormina, nella tre-giorni, sfileranno personalità del mondo politico di oggi e di ieri: dal ministro dello Sviluppo Economico, Giulio Tremonti, al suo sottosegretario, Adolfo Urso, al leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, da Franco Bassanini a Paolo De Castro. Confermata anche la presenza di personaggi del mondo economico italiano come il Ceo di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera e il presidente dell’Abi, Corrado Faissola ma ci saranno anche esperti di calibro internazionale, come l’economista francese Jacques Attali. Inedita la presenza di un folto numero di rappresenti del mondo accademico italiano: ma la più attesa è l’intervista di Bruno Vespa al Premio Nobel, Rita Levi Montalcini, alla quale è affidata una riflessione più ampia sulla bioetica e la sperimentazione scientifica.

Focus - Un premio Nobel per smantellare il pregiudizio della non conoscenza. Rita Levi Montalcini : “apertura verso la scienza e un sereno rapporto con il mondo della produzione
Cosa occorre per smantellare un pregiudizio? La conoscenza. E quando il pregiudizio è proprio la non-conoscenza è necessario far scendere in campo un esponente del mondo scientifico, riconosciuto a livello internazionale, oltre che premiato con la più alta onorificenza, il premio Nobel, per aiutare a smantellare il “pregiudizio della conoscenza”. E’ il compito affidato a Rita Levi Montalcini che, in chiusura del Forum di Confagricoltura, risponderà alle domande di Bruno Vespa sulla bioetica, sulla sperimentazione e soprattutto sulla possibilità di lasciare spazio alla conoscenza, prima di prodursi in affrettate posizioni di chiusura. Come è accaduto in Italia sul tema degli Ogm, sul quale ci si è affrettati a bocciare l’opzione, negando anche la sperimentazione in campo, che qualche anno fa, nella passata legislatura, pareva avere avuto il via libera. La posizione italiana appare a Confagricoltura quasi antistorica, perché si colloca in un contesto mondiale interamente rivolto all’innovazione biotecnologica, con l’obiettivo di aumentare la produttività agricola, in funzione dell’aumento demografico previsto e in concomitanza con l’apertura della politica europea all’argomento, con la possibile prossima approvazione da parte di Bruxelles della coltivazione di due nuove varietà di mais.
Teresa Carbone

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