Il mercato dei consumi alimentari in Italia vale oggi 215 miliardi di euro: il 33% di questi rappresenta i consumi alimentari fuori casa. Questi ultimi in Italia, però, non hanno mostrato l’ipotizzato progressivo sviluppo nell’ultimo decennio, ma dal 2002 il rallentamento della crescita ha confutato le teorie secondo le quali il mercato del Belpaese si sarebbe allineato a quello dei Paesi anglosassoni. Un consumatore più razionale e attento, i luoghi di consumo outdoor come punti di aggregazione sociale, un sistema imprenditoriale basato sulla famiglia che per sopravvivere rischia di dimenticare l’italianità: sono queste le ultime tendenze in arrivo da TuttoFood (Milano, fino al 13 giugno), dove si è parlato di “Consumi fuori casa tra crisi e sviluppo”, con l’obiettivo di delineare gli scenari di sviluppo di questa importante area di mercato.
“Abbiamo a cuore le sorti del mercato del fuori casa: molti dei nostri clienti professionali operano - sottolinea Claudio Truzzi, Responsabile Sistema Qualità di Metro Italia, azienda leader del cash & carry - proprio in questo settore. Investire nel settore del “fuori casa” vuol dire promuovere non solo un capitale economico di grande valore che porta alla creazione di nuovi posti di lavoro, ma anche un capitale umano, capace di fondere la tradizione e l’italianità con l’innovazione e la sperimentazione. Questo obiettivo però si può ottenere solo se l’intera filiera collabora in grande sinergia tenendo come punto di riferimento comune la qualità”.
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