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LA LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE NEL MONDO DEL MADE IN ITALY PASSA DAL WEB: AL VIA PROGETTO DEL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE, AFFIDATO A BUONITALIA, PER REGISTRAZIONE DEI MARCHI INTERNAZIONALI, MONITORAGGIO DEI MERCATI E ASSISTENZA LEGALE A IMPRESE

Contrastare la concorrenza sleale e la contraffazione del vero made in Italy agroalimentare nei mercati esteri, con particolare attenzione a Canada e Stati Uniti (solo in Usa il valore del “falso italiano” supera i 50 miliardi di euro): ecco l’obiettivo del “Progetto per la tutela internazionale dei prodotti Dop e Igp”, messo in campo dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali, affidato, per la sua realizzazione, a Buonitalia Spa, la società del Ministero per la promozione dell’agroalimentare italiano. Un’iniziativa importante per l’Italia, leader in Europa dei prodotti a denominazione, con 182 tra Dop e Igp, che valgono sul mercato 9,5 miliardi.
L’azione del progetto, presentato oggi ma già attivo da luglio, si articola in tre punti: l’assistenza nelle procedure di registrazione all’estero dei marchi corrispondenti alle Dop e Igp italiane, e dei marchi dei prodotti a uso commerciale per rafforzarne le tutele anche a livello economico; il monitoraggio costante dei mercati esteri per rilevare e contrastare le frodi, e l’attivazione di azioni legali a tutela dei prodotti italiani a denominazione.
Il protagonista del progetto, soprattutto per la registrazione e tutela dei marchi, è internet, grazie alla progettazione di una piattaforma web dedicata, www.trueitalianfood.it, presto on line, assicura Buonitalia, che servirà da banca dati condivisa sui marchi registrati, sui riferimenti legislativi e sullo stato della contrattazione, ma anche per l’analisi delle procedure di registrazione nei Paesi esteri. Attraverso il sito le imprese o i consorzi potranno ottenere anche assistenza gratuita per le procedure di registrazione, sostenendo solo le spese per i diritti di registrazione. Sul sito sarà possibile segnalare, anche da parte di singoli cittadini, casi sospetti di contraffazione.
Nel progetto sarà istituita anche una segreteria tecnico-operativa dedicata al supporto dei Consorzi che vogliono registrare il proprio marchio.
Il monitoraggio dei mercati sarà realizzato non solo da Buonitalia, ma grazie ai Desk anticontraffazione dell’Istituto per il Commercio con l’Estero (Ice) e delle Camere di Commercio all’Estero, anche attraverso l’osservazione dei siti di e-commerce per scoprire casi di contraffazione nei Paesi esteri, che, quando scoperti, saranno pubblicati sul sito del progetto, e comunicati anche attraverso la stampa italiana e estera (è stato attivato un apposito ufficio stampa per 12 mesi negli Stati Uniti).
L’azione sull’aspetto legale del progetto prevede dei tavoli di confronto con i Consorzi di tutela per l’analisi dei dati dell’attività di monitoraggio, lo studio condiviso dei contesti legislativi nei Paesi in esame, la valutazione sulla fattibilità di eventuali procedure (analizzando prima potenziali rischi e benefici, e azioni pre-giudiziali per consorzi e associazioni (lettere di diffida, assistenza pre-giudiaziale, predisposizione di atti).
Ad oggi sono state avviate procedure a tutela del Prosciutto di Parma, sul Prosciutti di San Daniele, il Provolone della Val Padana, l’Asiago, il Montasio e il Taleggio, mentre sono state avviate azioni di intervento per la registrazione dei marchi del Radicchio Rosso di Treviso, dell’Asiago, dell’Aceto Balsamico di Modena e dell’Oliva Bella della Daunia.
Tra i casi segnalati, anche una vendita di formaggio chiamato “Pecorino Toscano” negli Stati Uniti, per cui sono già in fase di partenza le azioni legali del caso.
La governance del Progetto, oltre che al Ministero ed a Buonitalia, sarà affidata a uno “steering committee”, composto da un rappresentante a testa per Ministero, Buonitalia, Unioncamere e Aicig - Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche.
“Un progetto importante, sia in chiave difensiva, nel senso della tutela dei marchi - ha commentato il presidente di Buonitalia, Walter Brunello - ma anche in chiave offensiva, nel senso di far conoscere ai consumatori del mondo, al di là della tutela legale, la differenza qualitativa che c’è, per esempio, tra una “mozzarella cheese” qualunque e una vera mozzarella di bufala campana Dop”. “Una soluzione utile e urgente - ha detto Mario Emilio Cichetti, consigliere dell’Aicig (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche) - perché spesso, sulle questioni dell’agroalimentare, c’è un approccio semplicistico. È questione di denaro: chi fa frodi alimentari ruba valore a chi ha investito e lavora onestamente. Ma non dimentichiamo che spesso a fare contraffazione o a utilizzare lo stratagemma dell’“Italian Sounding” sono proprio italiani emigrati all’estero”.
Il Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia ha, infine, aggiunto che “negli Stati Uniti ogni dieci prodotti venduti come italiani solo uno è effettivamente italiano. Perciò vogliamo adottare da oggi la tolleranza zero contro tali comportamenti dannosi, ed useremo tutte le leve - da quelle diplomatiche a quelle legali - facendo sistema con imprese e Consorzi”.
Federico Pizzinelli

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