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DAL 2010 FONTANAFREDDA DIVENTA CASA E. DI MIRAFIORE & FONTANAFREDDA, INTRODUCE UN NUOVO PROGETTO DISTRIBUTIVO E RAFFORZA IL SUO OBBIETTIVO PER UVA E VINO PULITO

A partire dal 2010 la società Fontanafredda diventa Casa E. di Mirafiore & Fontanafredda. Si tratta non soltanto di una trasformazione nominale, ma di una vera e propria mutazione della filosofia produttiva del marchio storico piemontese: il nuovo nome oggi si traduce in una nuova gamma di vini unici e particolari per origine, carattere e personalità, che presentano al mercato il rigore e l’importanza della tradizione dei grandi rossi di Langa (Barolo Riserva Docg, Barolo Lazzarito Docg, Barolo Docg, Langhe Doc Nebbiolo, Barbera d’Alba Doc, Dolcetto d’Alba Doc). Sono contenuti in una bottiglia espressamente realizzata da Saint Gobain Vetri, con l’85% di vetro riciclato, che riprende le fattezze del contenitore in uso nei primi anni del Novecento.
Una scelta che fa seguito all’applicazione delle più moderne tecniche di produzione integrata, allo scopo di limitare i trattamenti chimici e il conseguente impatto ambientale, ottenendo così - prima in Piemonte - la certificazione ufficiale di “Azienda in Agricoltura integrata”. Coerentemente con questa filosofia green, l’azienda ha deciso recentemente di compiere un passo ulteriore, eliminando l’impiego di diserbanti e concimi chimici e riducendo i trattamenti antiparassitari. Lo scopo? Ottenere un’uva “pulita”, con residui di fitofarmaci tendenti a zero.
Alla rivoluzione ecologica che ha contraddistinto la conduzione dei vigneti di proprietà si affianca, in cantina, l’avvio di un progetto di ricerca volto a limitare la presenza di anidride solforosa nei vini. Se già da anni, infatti, Mirafiore & Fontanafredda utilizza un quantitativo di solfiti pari al 50% dei limiti legali consentiti, dal 2009 si è prefissa un obiettivo ancora più ambizioso: un ulteriore dimezzamento. Il risultato sarà raggiunto grazie a un impianto realizzato con l’azienda Air Liquide che prevede, fin dalla fase della pigiatura, l’utilizzo di due nuovi elementi a protezione del prodotto: l’anidride carbonica (prelevata dall’ambiente e utilizzata in forma gassosa, ma anche liquida o solida) nella prima fase della vinificazione, e l’azoto (in forma gassosa) nelle fasi successive. Entrambi gli elementi creano una sorta di schermo utile ad evitare il contatto del prodotto con l’ossigeno e la conseguente ossidazione.
È, inoltre, in corso d’opera un progetto di ricerca elaborato da Mirafiore & Fontanafredda, con la Facoltà di Agraria dell’Università di Torino volto alla selezione di lieviti autoctoni, provenienti cioè da vigneti di proprietà. La ricerca, partita dalle uve nebbiolo del vigneto Lazzarito, mira all’accertamento dell’effettivo carattere indigeno dei lieviti (tipicità) e dell’utilità degli stessi ad ottenere i prodotti desiderati (qualità).
Ma il progetto prevede un nuovo capitolo anche in fatto di politica commerciale. Dal 2010, infatti, arriverà un’estensione della commercializzazione e della distribuzione ad altre cantine e ad altri produttori di cibi e bevande di alta qualità. Il denominatore comune è la pulizia etica e produttiva. Vale a dire prodotti “puliti” frutto di una terra “pulita”. Prodotti che mantengono la propria autonomia nella fase di produzione (fortemente localizzata e figlia delle specifiche tradizioni), ma si trovano riuniti in quella della distribuzione. Ne risulta una rete costituita da più di venti aziende.
Alle undici cantine italiane rappresentate (Mirafiore & Fontanafredda, Borgogno, Brandini, San Romano, Castello di Santa Vittoria, Cascina degli Ulivi, Candida Gonzaga, Poggio Bonelli, Terranima) si aggiungono una selezione di venti produttori di vino europei selezionati da Otto Geisel (presidente di Slow Food Germania), le grappe Montanaro, l’aceto di Barolo Borgogno, le bevande Lurisia (acqua, birre, chinotto e gazzosa), la pasta artigianale di Gragnano Afeltra, i salumi dell’Antica Ardenga (presidio Slow Food), i formaggi di Agrilanga (presidio Slow Food), la carne de “La Granda” (presidio Slow Food), le puree di frutta e verdura del Consorzio “Buono Sano Piemonte”, il caffè Hue Hue, l’olio Roi e la farina del Mulino Marino di Cossano Belbo.

Focus - La storia di un nome
Un nome nuovo e antico al contempo, perché la prima denominazione della casa vitivinicola di Serralunga d’Alba fu proprio Casa E. di Mirafiore, dove E. stava per “Emanueleq, conte di Mirafiore e Fontanafredda, figlio naturale di Vittorio Emanuele II e della Bela Rosin.
L’origine del nome Mirafiore si deve ricercare, invece, nell’omonima località alla periferia sud di Torino, dove nel XVII secolo Carlo Emanuele di Savoia acquistò dei terreni e fece costruire un palazzo e un giardino, entrambi ormai scomparsi, cancellati dal successivo sviluppo della città. Il luogo fu chiamato Milleflorum, alludendo alla grande quantità di fiori coltivati.
Quando nel 1859 Vittorio Emanuele II decise di innalzare Rosa Vercellana al rango nobiliare, scelse come titolo “contessa di Mirafiore e Fontanafredda”, con un rimando sia alla residenza torinese sia alla tenuta di Serralunga d’Alba, acquistata l’anno precedente. Il titolo nobiliare fu trasmesso, di conseguenza, al figlio Emanuele e, successivamente, al nipote Gastone, rampolli del neonato casato di conti le cui origini si intrecciano indissolubilmente allo sviluppo e all’espansione dell’azienda vitivinicola da essi stessi condotta e alla diffusione internazionale del Barolo.

Focus - Che cos’è Air Liquid
Air Liquid, azienda leader nella produzione di gas industriali e medicali, ha sviluppato per il settore agroalimentare un’offerta dedicata, Aligal. In particolare, per il settore enologico, la gamma Aligal mette al servizio alcune tecnologie, specifiche per le diverse fasi della produzione del vino, messe a punto in ragione delle accresciute necessità delle moderne cantine. Per conservare intatte le potenzialità originarie dell’uva da vinificazione ed esaltarne le caratteristiche, è fondamentale controllare la temperatura e i fenomeni ossidativi, limitando la presenza di ossigeno fin dalle prime fasi del processo di trasformazione dell’uva in vino. Alle tradizionali applicazioni di protezione in cantina (con azoto, argon o Co2 nelle fasi di travaso, stoccaggio e imbottigliamento), di raffreddamento delle uve durante il trasporto con ghiaccio secco o con neve carbonica prodotta in sito, e di surossigenazione con Ossigeno delle vasche di accumulo/equalizzazione dei reflui di processo, Air Liquide affianca oggi tre soluzioni innovative: Alvin, Boreal, Alrid.
La tecnologia ALvin consente la refrigerazione e la protezione dell’uva direttamente in vigna, subito dopo il raccolto, utilizzando Anidride Carbonica liquida per raffreddare e mantenere il vendemmiato in atmosfera protettiva eliminando, al contempo, l’Ossigeno disciolto nella parte ammostata, durante il trasporto dalla vigna alla cantina. La tecnologia Boreal, utilizzata da oltre 40 cantine in Italia e circa 20 all’estero, consente la refrigerazione e la protezione in atmosfera priva di ossigeno ed in continuo del pigiato prima del suo invio in pressa o vasca. Il sistema Boreal, tramite l’inserimento di Co2 liquida tra la pigia/diraspatrice e la pressa/tino durante il trasferimento del pigiato, permette di ottenere: raffreddamento immediato, omogeneità della temperatura, minimo stress meccanico e rimozione dell’ossigeno disciolto. La tecnologia ALrid consente la protezione in continuo e l’eliminazione dell’ossigeno disciolto nel pigiato mediante l’introduzione controllata di un flusso gassoso di Anidride Carbonica o Azoto nelle tubazioni di trasferimento del pigiato.
L’offerta di Air Liquide per il settore enologico è in continuo sviluppo: sono in fase di test metodologie per la protezione del raccolto direttamente in vendemmiatrice, la refrigerazione di uva in grappolo con impianti a limitato costo, e l’applicazione dei gas nelle movimentazioni all’interno della cantina. In collaborazione con Mirafiore & Fontanafredda, Air Liquide sta, inoltre, sviluppando il Progetto Vino Pulito che si pone come obiettivo la riduzione del contenuto di solfiti in bottiglia del 75%, obiettivo ottenuto integrando nelle varie fasi di vinificazione le tecnologie Boreal ed Alrid che consentono di lavorare in totale assenza di ossigeno ed evitano quindi la necessità di aggiunta di solfiti allo scopo di evitare l’ossidazione.

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