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VIA LIBERA A RIFORMA 164. ENOLOGI: “LEGGE TAGLIA BUROCRAZIA PER QUALITA’”. COLDIRETTI: “GARANTIRE ELEVATO LIVELLO QUALITATIVO, SBURO-CRATIZZAZIONE E RICONOSCIBILITÀ”. FEDAGRI: “OK, MA CONTROLLI NON SIANO COSTO”. FEDERVINI E CONFAGRICOLTURA DICONO ...

Dopo il via libera del Consiglio dei Ministri alla riforma della 164/92, la legge “quadro” del mondo del vino in Italia, “piena soddisfazione” è espressa dal direttore generale di Assoenologi, l’associazione enologi, enotecnici italiani, Giuseppe Martelli (che per verità è anche a capo del Comitato Nazionale Vini, ndr). Il testo licenziato dal Consiglio dei Ministri non si conosce ancora, ma se rispetterà quello approvato nelle Commissioni parlamentari, “dopo 18 anni - sottolinea Martelli - riorganizza radicalmente il settore avvalendosi di impostazioni nuove, abbatte la burocrazia, e affronta la questione della commercializzazione dei vini”. “Con il 60% della raccolta nazionale di uva destinata a produzioni di vino tutelate da denominazioni è particolarmente importante l’obiettivo di garantire l’elevato livello qualitativo, la sburocratizzazione e la riconoscibilità”, è il commento della Coldiretti e anche Fedagri-Confcooperative esprime soddisfazione per la nuova legge sulle denominazioni di origine dei vini, ma al contempo auspica “che la tanto richiamata semplificazione possa consentire agli operatori vitivinicoli italiani e ai nostri associati di trovare un giusto equilibrio tra l’effettiva efficacia dei controlli e l’opportunità di gravare il meno possibile, burocraticamente ed economicamente, sui produttori”.
Il direttore generale di Assoenologi Giuseppe Martelli stima un varo definitivo, dopo il passaggio al Quirinale prima di Pasqua. “Innovativa e importante”, a giudizio di Martelli, è “la possibilità che adesso hanno le Regioni di contenere o abbattere la produzione vinicola se le uve non dovessero trovare mercato; un contingentamento quindi tarato sulla commercializzazione. Ottima - secondo Martelli - l’eliminazione degli Albi dei vigneti e degli Elenchi delle vigne, resi obsoleti dallo schedario viticolo che costituisce di fatto una banca dati. Importanti, infine, il raddoppio da 5 a 10 anni della sosta per ottenere il riconoscimento da Doc a Docg, la riforma del sistema dei controlli e del ruolo dei Consorzi, nonché gli aspetti del nuovo sanzionatorio”.
Per la Coldiretti, occorre completare rapidamente la riforma della legge n. 164 del 1992 con la predisposizione dei decreti applicativi e, in particolare, è indispensabile procedere sulla strada della semplificazione amministrativa e della sburocratizzazione del settore i cui adempimenti sono diventati un autentico assillo per i nostri produttori. Tra le norme approvate, secondo la Coldiretti, “va giudicato positivamente l’obbligo di indicare l’annata di produzione in modo da assicurare maggiori garanzie al consumatore e da qualificare il prodotto destinato all’esportazione”.
Fedagri plaude anche alla semplificazione delle modalità di rivendicazione: “con la nuova legge tutti i dati confluiranno nello schedario viticolo gestito dalle Regioni, eliminando così il doppio binario e la gestione separata delle dichiarazioni di produzione e delle rivendicazioni sugli Albi dei vigneti e sugli elenchi delle vigne; tutti i dati del vigneto saranno presenti nel fascicolo aziendale e sulla base di questo si faranno le rivendicazioni”. L’altra novità, l’introduzione del capitolo sui controlli, “potrebbe comportare - conclude Fedagri - una situazione operativa costosa per i produttori. Sulle sanzioni introdotte, le successive stesure del testo hanno apportato miglioramenti sostanziali, ma si sarebbe potuto fare di meglio. L’applicazione di norme complesse come quelle che caratterizzano il settore rende spesso difficile, a parte i casi di frode palese, definire l’effettiva gravità della violazione e proprio per questo si era chiesto di introdurre l’istituto della diffida, che però non è stato recepito nel testo approvato”.

Focus - La Federvini: “bene le tutele doc e igt. No nuove restrizioni”
L’approvazione del decreto legislativo sulla tutela delle Denominazioni di Origine Controllata e delle Indicazioni Geografiche dei vini, in adeguamento anche alla nuova Organizzazione Comune dei Mercati agricoli (Ocm), da tempo sollecitata, è accolta favorevolmente da Federvini, la federazione italiana industriali produttori importatori ed esportatori di vini acquaviti liquori sciroppi ed affini.
“Si tratta - sottolinea la Federvini - di un nuovo strumento che annuncia un’ulteriore semplificazione burocratica per le Denominazione di origine e le Indicazioni geografiche dei vini, nel solco tracciato dalla legge vinicola di base introdotta nel nostro ordinamento dalla Legge 82 del 2006”.
Federvini sottolinea “alcune perplessità e la necessità di procedere ad un ulteriore approfondimento sul valore di alcune restrizioni introdotte rispetto a quanto previsto dalle regole comunitarie”. A questo si aggiunge la preoccupazione della Federvini “per la probabile erosione dei già esigui margini del settore a seguito degli aumenti dei costi di produzione a causa di alcune scelte operate, come ad esempio in materia di Consorzi e controlli”.

Il commento di Confagricoltura - La nuova legge: “riforma necessaria ma da completare”
Dopo quasi 18 anni è stata riformata la legge 164/92 sui vini Doc ed Igt, un testo fondamentale per il settore vitivinicolo italiano. Confagricoltura accoglie positivamente l’approvazione della riforma, che giudica necessaria e non più procrastinabile. “La vecchia legge ha favorito la riqualificazione delle produzioni Doc ed Igt ma - rileva Confagricoltura - non ha potuto evitare nel lungo periodo una proliferazione di denominazioni ed un conseguente appiattimento del sistema”.
Oltre che ad assorbire le direttive comunitarie su Dop e Igp, la riforma è stata anche l’occasione per discutere di efficacia del sistema e, nel dettaglio, di rettifica delle dichiarazioni, di controlli, di ruolo dei consorzi e di sanzioni. “Il nuovo decreto legislativo - sottolinea Confagricoltura, l’organizzazione degli imprenditori agricoli - introduce alcuni degli elementi di semplificazione, come da noi richiesti, ma non riesce completamente nell’intento generale di rilanciare l’efficacia della legge 164/92 rispetto alle attuali esigenze dei produttori”.
Confagricoltura fa poi presente come molti temi importanti siano stati rimandati ai successivi decreti attuativi, come le semplificazioni del sistema di controllo e la rivisitazione del sistema sanzionatorio; di fatto sono state solo accennati nel l’articolato ma non approfonditi. “La delega che il Governo ha ottenuto per riformare la legge, da un lato, ha consentito - spiega Confagricoltura - di agevolare il percorso di riforma già tentato, senza successo, in passato, ma, dall’altro, però, con il vincolo di definire il procedimento entro 6 mesi, non ha consentito di discutere ed elaborare con maggiore dettaglio alcune sezioni fondamentali”.
Confagricoltura non esprime, però, una valutazione complessiva sull’efficacia del provvedimento: “è vincolata al perfezionamento del quadro normativo; l’emanazione dei decreti attuativi è urgente ed è un fondamentale complemento al testo”. “Dopo 18 anni è stata - conclude Confagricoltura - finalmente riformata la base normativa, ma c’è ancora da lavorare . E’ fondamentale agevolare il lavoro dei produttori e fare in modo che possano operare sul mercato con un prodotto qualitativamente valido e competitivo dal punto di vista economico”.

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