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ENTRO IL 2012 REGISTRAZIONE MINISTERIALE E IMMISSIONE SUL MERCATO PER LA VITE RESISTENTE ALLE MALATTIE. IL PROGETTO E’ A CURA DELL’UNIVERSITA’ DI UDINE E DEI VIVAI COOOPERATIVI RAUSCEDO

Sono 11 le nuove selezioni di viti resistenti alle malattie create dall’Università di Udine, in collaborazione con l’Istituto di genomica applicata del Parco scientifico di Udine che si apprestano a varcare i confini del Friuli per l’ultima valutazione in differenti aree viticole italiane. Si tratta dell’ultima tappa prima della registrazione delle varietà al Ministero delle Politiche Agricole e l’avvio della licenza per la loro immissione sul mercato, previsti a fine 2012.

“Si tratta - spiega Raffaele Testolin, ideatore del progetto, assieme a Enrico Peterlunger e Michele Morgante dell’ateneo friulano - di 6 selezioni a bacca bianca e di 5 selezioni a bacca rossa ottenute mediante incrocio tradizionale e selezione basata sulle informazioni ottenute dal progetto di sequenziamento del genoma della vite”.

I Vivai Cooperativi di Rauscedo, leader mondiali nella produzione di barbatelle di vite e sostenitori dell’iniziativa, “sono pronti - annuncia Testolin - a moltiplicare le nuove selezioni e lanciarle sui vari mercati. I produttori del Friuli Venezia Giulia, che ugualmente hanno sostenuto l’iniziativa e che hanno già partecipato con entusiasmo ai primi assaggi, sono ugualmente pronti a scommettere su queste selezioni”.

Il progetto per la produzione della prima varietà certificata di uva da vino resistente alle malattie è il frutto di 12 anni di lavoro dei ricercatori dell’ateneo di Udine, finanziato dal 1998 dalla Regione per un investimento di oltre 2 milioni di euro. La ricerca è stata, inoltre, sostenuta da: fondazioni bancarie Crup, Crt e Carigo; Banche di credito cooperativo del Friuli Venezia Giulia; Vivai cooperativi di Rauscedo; produttori e consorzi Le Vigne di Zamò, Livio Felluga, Marco Felluga, Venica & Venica, Consorzio del Collio. Nel 2005 il lavoro si è collegato all’altro grande progetto portato a termine dai ricercatori udinesi di sequenziamento del Dna della vite, finanziato per il 70% da fondi privati regionali e per il 30% da fondi pubblici.

“Sono orgogliosa di questi risultati che dimostrano - dice il rettore Cristiana Compagno - come l’università di Udine sappia coniugare ricerca di eccellenza e grande attenzione alle esigenze del territorio. In questo caso, i benefici andranno non solo al settore vitivinicolo, ma all’intero sistema per effetto della riduzione dei pesticidi che queste nuove selezioni consentiranno, che contribuirà a ridurre l’inquinamento ambientale. Un beneficio, insomma, per tutto noi”.

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