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TRA FRANCIA E SVIZZERA E’ DUELLO SULL’“ELISIR” AMATO DAI POETI MALEDETTI: BERNA VUOLE L’ESCLUSIVA SULL’ASSENZIO, MA PARIGI NON CI STA

Inebriò poeti del calibro di Baudelaire e Verlaine, pittori come Van Gogh e Toulouse-Lautrec, e ora l’assenzio, l’elisir dei poeti maledetti, la “fata verde” del delirio folgorante, finisce al centro di uno scontro tra la Francia e la Svizzera, che ne rivendicano entrambe la paternità. Tutto ha inizio quando l’Ufficio Federale dell’agricoltura svizzera (Ofag) concede ai produttori della regione di Val-de-Travers una denominazione geografica controllata sulla bevanda alcolica. Il che vuol dire, come spiega il quotidiano francese “Liberation”, che gli elvetici avranno l’esclusiva di vendere l’assenzio in Europa, usando questo nome ed il suo soprannome: “fata verde”. Ma la Francia non ci sta a perdere il celebre “antenato” del “pastis”, il liquore profumato all’anice tipicamente transalpino. A lanciare il contrattacco è la società Pernod, leader storico nella produzione di assenzio in Francia, che presenterà ricorso contro la Ofag (ha tempo fino al 30 giugno): “il loro obiettivo è rubarci la denominazione mondiale, dobbiamo difenderci”, sottolinea Cesar Giron, direttore generale di Pernod, che rivendica il 25% del mercato mondiale di assenzio.

Storicamente la “culla” della bevanda va ricercata nella regione del Val-de-Travers, in Svizzera, dove, nel 1797, Daniel Henri Dubied e Henri-Louis Pernod fondarono la prima distilleria. Ma è in Francia, a Pontarlier, appena al di là della frontiera, che la famiglia Pernod si installò sin dal 1805. Ed è nei bistrot di Montmartre che l’assenzio scorse a fiumi, ispirando gli artisti. Ed è qui che prese il nome di “fata verde”, per quella sua leggendaria capacità di provocare allucinazioni, persino follia. Poi, all’inizio del secolo scorso, la bevanda fu messa al bando in Europa e negli Stati Uniti per la sua presunta tossicità. Solo negli ultimi anni è stata di nuovo ammessa, ma in versioni più leggere rispetto al passato (80 gradi quella di un tempo, 50-55 quella di oggi). Oggi il mercato è modesto, ma redditizio, con 3,2 milioni di bottiglie vendute nel mondo, la metà delle quali negli Usa. Sembra che a lasciarsi “affascinare” dalla “fata verde” siano soprattutto i giovani anglo-sassoni, pronti a sborsare 50 euro a bottiglia pur di assaporare il nettare proibito.

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