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VIAGGIO NEL MONDO … DELLA GRAPPA (IL 17% DELLA PRODUZIONE NAZIONALE VIENE ESPORTATO) GERMANIA PRIMO MERCATO DI SBOCCO (POI SVIZZERA E AUSTRIA). LA PREFERENZA È PER IL PRODOTTO “IN BOTTIGLIA”

Per qualcuno si chiama Marc o Eau de Vie, per altri Grapa, Aguardente, Raki o brännvin. Per tutti è semplicemente Grappa, ovvero acquavite di vinacce, a forte gradazione alcolica. Nel dizionario italiano, questa è la definizione del lemma anche se nell’immaginario comune, Grappa non è solo un sostantivo, ma un vero e proprio “marchio registrato” che identifica univocamente un prodotto esclusivamente italiano e che come tale è spesso sottoposto a imitazioni o contraffazioni.

“Proprio per difendere l’immagine del nostro distillato sul mercato mondiale chiediamo tutela - ha commentato Cesare Mazzetti, presidente da Istituto Nazionale Grappa - perché in alcuni paesi nei quali esportiamo abbiamo riscontrato una tendenza a “tagliare” il prodotto: la chiamano grappa ma sono distillati fatti da loro che spesso vengono mischiati andando a creare confusione nei consumatori. Il prodotto grappa si consuma poco all'estero perché è poco conosciuto e perciò dobbiamo investire nell’immagine, così che anche gli stranieri inizino a conoscerla adeguatamente. Il nostro obiettivo - ha aggiunto Mazzetti - è quello di comunicare al meglio il nostro prodotto e possiamo farlo con l’aiuto dei ristoratori e una adeguata strategia promozionale che veicoli il messaggio attraverso i canali giusti e guidi il consumatore ad un “bere consapevole”.

La produzione del prodotto grappa, nel 2009, si è assestata su 11.000.000 di litri anidri, con una leggera flessione sul 2008 (-8,3%), ma con un segno più davanti alla media di crescita degli ultimi 10 anni, ovvero +34,1% sul 1999.

I dati, diffusi con la relazione annuale di Assodistil, evidenziano che, nel 2009, sono stati esportati 1.913.300 litri anidri di grappa - il 17% della produzione totale di grappa - di cui 1.325.200 nel solo mercato tedesco, ovvero 2/3 del totale delle esportazioni. Di quanto esportato in Germania, il 64% è “imbottigliato”, mentre il restante 36% viene importato “sfuso” ovvero con la possibilità di mischiarlo ad acqueviti locali e dar vita a un prodotto che grappa italiana al 100% non è più. Stesso rischio anche in Svizzera, dove l’elevata presenza di distillati locali non solo fa abbassare la quota di importazioni dall’Italia, ma crea gli stessi problemi del mercato tedesco. I 229.000 litri anidri che l’Italia esporta in Svizzera sono equamente ripartiti tra prodotto in bottiglia e prodotto sfuso mentre il terzo paese importatore, l’Austria con 74.600 litri anidri, è positivamente orientata all’importazione di grappa in bottiglia così come anche il Belgio e i Paesi Bassi.

La sorpresa arriva poi analizzando i mercati “secondari” in base al tipo di prodotto importato. Se guardiamo i paesi importatori di grappa, notiamo che il mercato americano - Stati Uniti e Canada - è presente solo nelle importazioni di grappa “in bottiglia”, così come la Spagna, la Francia e la Russia. I margini però per questi mercati sono piuttosto ridotti - 113.200 litri in totale - il 6% del totale esportazioni. Viceversa, alcuni mercati sono presenti solo tra i paesi importatori di prodotto sfuso, come Nuova Zelanda, Repubblica Ceca, Giappone, Lussemburgo e Norvegia ma anche in questo caso la loro incidenza sul totale delle esportazioni non supera lo 0,15%.
Tutte queste cifre sono stati presentate oggi nel convegno “Grappa! Spirito Nazionale verso il mercato mondiale”, organizzato da Istituto Nazionale Grappa e Assodistil con il contributo del Ministero della Politiche Agricole e il patrocinio della Regione Emilia Romagna nella sede della Stampa Estera a Roma. A renderli noti sono stati - introducendo in questo modo il tema dell’incontro che richiama nel titolo il suo obiettivo ovvero conquistare il mercato estero - i presidenti di Istituto Nazionale Grappa e di Assodistil. Il binomio esclusività e protezione della grappa è il fulcro attorno al quale ruota l’azione di Assodistil nel progetto patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole.

“Il progetto, di cui siamo titolari insieme ad Istituto Nazionale Grappa nasce allo scopo di affrontare e risolvere - afferma il presidente Assodistil, Antonio Emaldi - una serie di incertezze relative alla protezione del nostro distillato di bandiera nel mondo. Stiamo valutando quali siano i meccanismi più efficaci per garantire ai nostri produttori che la denominazione Grappa sia effettivamente percepita come un’esclusiva italiana, a chi denunciare i casi di contraffazione e quali siano i rimedi giuridici per difendersi contro eventuali indebite registrazioni della nostra IG nei Paesi terzi. Nonostante le rassicurazioni dell’Unione europea, infatti, permangono numerosi i casi di contraffazione segnalati alla nostra Associazione, in particolare in quei Paesi a vocazione vinicola caratterizzati dalla forte presenza di immigrati italiani come il Brasile, l’Argentina, gli Stati Uniti, il Sudafrica, per citare alcuni esempi. Ci auguriamo, dunque, che questa operazione, serva ad aprire nuovi mercati di esportazione: un’onda da cavalcare, con un occhio attento alle nuove dinamiche di mercato che sembrano riscoprire i prodotti di antica tradizione”.

L’Istituto Nazionale Grappa ha anche presentato “Grapperie Aperte”, in programma per il 10 ottobre, in tutta Italia.

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