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VENDEMMIA 2010: MERCATO DELLE UVE CON PREZZI STAZIONARI SUL 2009. MEGLIO LE UVE BIANCHE, ANCORA PIGRO IL MERCATO PER QUELLE ROSSE. IL FABBISOGNO COMPLESSIVO DI UVE POTREBBE SUPERARE LA PRODUZIONE GARANTITA DALLA VENDEMMIA 2010

Italia
Inchiesta WineNews: il costo delle uve nei territori docg

A vendemmia ormai nel pieno, non pare essere del tutto scongiurato il problema dei prezzi bassi delle uve, che continuano a rimanere, nella maggior parte dei casi, allineati a quelli del 2009, anche se, evidentemente, non mancano le eccezioni e qualche segale di risveglio a causa di una vendemmia non particolarmente abbondante. E’ lo scenario che emerge da un’inchiesta di WineNews, che ha nuovamente tastato il polso del mercato delle uve a vendemmia ormai entrata nel vivo.

Le misure di contrasto alla sovrapproduzione, richieste dalla crisi dei mercati, sembrano essere state meno efficienti dell’andamento stagionale della vendemmia 2010. La vendemmia verde finanziata dalle risorse della Comunità Europea e principale provvedimento in questa direzione, si è rivelata, infatti, non proprio di grande successo, se si fa eccezione per la Sicilia, dove, invece, sembra aver funzionato e, insieme all’abbandono dei vigneti poco o per nulla vocati e all’estirpazione, ha portato ad un calo delle quantità che da più parti è stimato nell’ordine del 25-27% sul 2009. Una certo abbassamento della produzione della vendemmia 2010, causato dalle particolari condizioni metereologiche, sembra invece molto probabile ed ha interessato praticamente l’intero Stivale, rivelando la possibilità addirittura di una scarsità di materia prima, che in qualche misura potrebbe giovare al mercato delle uve.

In Valpolicella, per esempio, il Consorzio di tutela fa sapere che i prezzi delle uve per la vendemmia 2010 rimarranno costanti o addirittura in lieve aumento sulla campagna 2009 (tra 1,55 e 1,75 euro al chilo). Ma, al momento, questa sembra rappresentare una eccezione nel panorama “rossista” del Bel Paese, perché da Nord a Sud lo scambio di uve a bacca rossa sembra ancora tendenzialmente pigro per non dire quasi inesistente.

Nel Chianti Classico un quintale di uve atte a diventare Chianti Classico si aggira tra i 70 e i 75 euro al quintale, più o meno il prezzo del 2009; invece, un quintale di uva atto a diventare Chianti viaggia sui 40 euro, qualcosa in meno del 2009. Le sporadiche e rare trattative per partite di uva atte a diventare Brunello di Montalcino viaggiano sui 150 euro al quintale. In linea con le quotazioni 2009 e analogamente a quanto accade in Piemonte per i Nebbiolo da Barolo (150-170 euro al quintale). In Sicilia, le uve internazionali (Merlot e Cabernet Sauvignon) stanno sui 35-40 euro come nel 2009, mentre il Nero d’Avola viaggia tra i 25 e i 30 euro al quintale.
Un po’ più vivace il mercato per le uve bianche. E, se Prosecco e Moscato spuntano prezzi interessanti (intorno a 9 euro e, in alcuni casi, anche qualcosa in più al chilo), costituendo l’eccezione più evidente, non è male la situazione per i bianchi più di moda come la Passerina, il Pecorino o il Vermentino. Una situazione non generalizzabile, però, visto che i bianchi autoctoni siciliani, per esempio, stanno sui 20 euro al quintale, in discesa sul 2009, e gli internazionali, Chardonnay per esempio, tra i 35 e i 40 euro come l’anno scorso.

In generale, pertanto si può realisticamente parlare di prezzi attualmente stazionari o leggermente in discesa sul 2009, ma che potrebbero essere destinati a crescere, insieme alla forza del mercato, se il fabbisogno di uve, come da più parti segnalato, sarà superiore alla quantità garantita dalla vendemmia 2010.

Senza però dimenticare, in generale, che l’offerta resta pericolosamente superiore alla domanda, i produttori privati di sole uve incontreranno, comunque, difficoltà per piazzare il loro raccolto, gli acquirenti storici, i grandi imbottigliatori, potranno comprare sempre più tardi per spuntare prezzi migliori, se non, addirittura, preferire l’acquisto direttamente dei vini per ridurre rischi e costi. E trattative in odore di “dumping” sono sempre dietro l’angolo.

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