Il gruppo Amadori vince la scommessa sul pollo Campese: le vendite di questa varietà, allevata all’aperto, sono schizzate in alto, nel 2009, registrando un fatturato di 21 milioni di euro (per il 2010 la stima è di un fatturato di 25 milioni di euro).
Il progetto Campese, partito nel 2001 con la conversione di alcuni allevamenti già presenti in provincia di Foggia, è cresciuto in maniera significativa in pochi anni: oggi gli allevamenti di Campese sono circa 80, e si è passati da una
produzione di circa 250.000 capi a fine 2001 agli attuali 8 milioni e mezzo di capi in un anno.
“La ricetta vincente sta nella scelta di allevare il pollo Campese all’aperto, perché così - spiega Amadori - gli animali hanno la possibilità di mangiare quanto trovano sul terreno, apportando ulteriori proteine oltre a quelle che ingeriscono attraverso il mangime”, così il pollo ha un ciclo di produzione minimo di 56 giorni. La dieta è a base di cereali (almeno il 70%), prevalentemente grano, mais e orzo, oltre a soia e oli vegetali, tutti non Ogm. La carne del pollo assume pertanto un profumo caratteristico che non fa rimpiangere il “pollo della nonna”.
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