“La diminuzione del valore aggiunto agricolo conferma ancora una volta le gravi difficoltà del settore primario, alle prese con un calo della produzione, con una forte crescita dei costi produttivi, contributivi e burocratici e con un’ulteriore flessione dei prezzi praticati sui campi. Una situazione molto pesante. Per questo motivo sollecitiamo misure immeditate e straordinarie a sostegno delle imprese. Misure che, purtroppo, non troviamo nel disegno di legge di stabilità. E ciò dimostra la totale disattenzione nei confronti dei problemi degli agricoltori, sempre più in grande affanno”. Così il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi sui dati preliminari dell’Istat sull’andamento del Prodotto interno lordo (Pil) nel terzo trimestre del 2010.
“La crisi dell’agricoltura è ormai sotto gli occhi di tutti. E il Governo continua a non accorgersene. Il calo registrato dell’Istat, anche se non ancora quantificato, dimostra l’emergenza che vivono migliaia di aziende. Un valore aggiunto che a fine anno dovrebbe scendere del 3%. Problemi complessi confermati, del resto, anche dalle stime sull’annata agraria 2010 che vede una produzione in calo (-2%), un’ulteriore flessione (3-4%) dei prezzi all’origine; un calo del 3,5% degli investimenti, una contrazione (6-7%) dei redditi dei produttori, mentre i costi di produzione dovrebbero avere una crescita tra il 4 e il 5%”.
“Una situazione drammatica che rischia di gettare sul lastrico tantissime imprese che non riescono più a stare sul mercato. Da qui - sottolinea il presidente confederale - il nostro ripetuto grido d’allarme. Abbiamo sollecitato interventi immediati e straordinari. Abbiamo chiesto un nuovo progetto di politica agraria che deve nascere e svilupparsi dalla Conferenza nazionale sull’agricoltura e lo sviluppo rurale. Ma non abbiamo ricevuto alcuna efficace risposta. Dal Governo ancora un silenzio assordante. Un’ulteriore conferma - prosegue Politi - l’abbiamo avuta dalla legge di stabilità che contiene misure totalmente insufficienti non solo per l’agricoltura anche per l’intero sistema imprenditoriale, visto che le associazioni aderenti al Tavolo per la crescita e l’occupazione, tra cui anche la Cia, hanno espresso non poche preoccupazioni sul provvedimento dell’esecutivo”.
“Davanti a questo scenario - conclude Politi - renderemo ancora più incisiva la nostra mobilitazione e, fin dai prossimi giorni, porteremo avanti iniziative, anche di carattere unitario, sul territorio e a livello nazionale. Gli agricoltori sono stanchi e scenderanno in piazza per dimostrare tutto il loro profondo disagio e malcontento per una politica agricola che non c’è”.
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