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ANCHE IL TARTUFO BIANCO VUOLE UN POSTO ALL’UNESCO. LA RICHIESTA PARTE DAL PIEMONTE CHE CHIEDE PER IL TUBERO IL RICONOSCIMENTO A PATRIMONIO DELL’UMANITA’. I TARTUFAI TOSCANI: “MERITA LISTA UNESCO”. I TARTUFAI DEL LAZIO: “PENSARE ANCHE AL NERO”

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Il tartufo bianco

Il tartufo bianco patrimonio dell’Unesco. La proposta è partita dalle zone tartufigene delle tre province del sud Piemonte dove il tubero più pregiato del mondo ogni anno è battuto all’asta attirando ingenti somme di denaro. Il business del tartufo è ormai affermato a livello internazionale tanto che, nell’ultima asta di Grinzane Cavour (Cuneo), l’offerta più generosa è arrivata da Hong Kong: un pezzo da 936 grammi per 105.000 euro.
La conferma della richiesta all’Unesco è stata fatta ieri da Piero Botto presidente dell’Associazione tartufai astigiani e monferrini nel contesto dell’annuale assemblea e confermata anche dal Centro Nazionale Studi sul Tartufo di Alba.
“Il riconoscimento - afferma Botto - sarebbe un guadagno di immagine ed economico per le tre province di Asti, Alessandria e Cuneo”. Nell’assemblea è stato fatto anche il punto sulla stagione dei tartufi 2010-2011: in tutta la regione la raccolta ha fruttato 20 quintali di tartufi, quantità leggermente inferiore a quella dell’anno precedente. Anche i prezzi sono diminuiti, passando da 330 euro all’etto del 2009 ai 300 euro attuali.

Focus - Il “re” dei tuberi, prodotto di eccellenza tutto made in Italy. Moreno Moroni, presidente dell’Urat (Unione regionale associazione dei tartufai toscani): “il tartufo bianco merita a tutta gli effetti di figurare nella lista Unesco”
La varietà più pregiata, che si trova solo in Italia, è il “tuber magnatum pico”, il tartufo bianco pregiato di Alba o Acqualagna (l’altra è il “tuber borchii”, bianchetto). Ma, sempre in Piemonte, i migliori bianchi si trovano anche in Monferrato e Alessandria, così come in Oltrepò Pavese, Cairo Montenotte e Millesimo in Liguria, San Miniato e San Giovanni d’Asso in Toscana, nelle Marche, in Abruzzo e in Molise.
E la proposta dei tartufai di Asti e Monferrato di inserire il tartufo bianco tra i soggetti Patrimonio dell’Umanita dell’Unesco, trova pienamente d’accordo Moreno Moroni, presidente dell’Urat (Unione regionale associazione dei tartufai toscani): “il tartufo bianco è un prodotto di eccellenza del made in Italy e, a differenza del nero che si trova un po’ dappertutto, è presente solo in alcune regioni d’Italia”, e, per questo, anche per Moroni, “merita a tutta gli effetti di figurare nella lista Unesco perché è veramente una peculiarità italiana che merita di essere valorizzata al massimo”.

In evidenza - Ma l’Italia è ricca anche di tartufo nero … E da Campoli Appennino (Lazio), dove il 12/13 e il 19/20 febbraio è di scena “Prima Fiera nazionale del Tartufo nero pregiato” arriva l’appello: “l’Unesco consideri anche il nero”
Ma l’Italia è ricca anche di tartufo nero, estivo o scorzone (tuber aestivum), che è molto comune, e il nero pregiato (tuber melanosporum). E di nero sono ricche l’Umbria, nei territori di Norcia e Spoleto, ma anche il Lazio, a Campoli Appennino, “culla” del tartufo nero del frusinate. “Il tartufo nero pregiato di Campoli Appennino è noto da secoli. Cresce in zone non contaminate perché è coltivato nel parco Nazionale d’Abruzzo-Lazio e Molise”, dice Paolo Cipriani, assessore alla Cultura e Turismo di Campoli Appennino e, aggiunge, “ritengo sia indispensabile salvaguardare queste peculiarità, appoggiamo quindi la proposta di Asti e Monferrato ma chiediamo di estenderla anche al tartufo nero pregiato”. A Campoli, come in altre zone vocate d’Italia, i vecchi “cavatori” partivano nel cuore della notte protetti dal buio e dall’anonimato. Il mestiere di cercatore di tartufi era custodito da un riserbo rigoroso. Pochi ne conoscevano i nomi e la professione. Così come pochissime persone conoscevano i posti dove trovare il prezioso tubero. Accompagnati dal proprio cane lungamente addestrato, i cavatori battevano in lungo e in largo i boschi nei dintorni di Campoli Appennino. Che, con il tempo, è diventata una delle patrie del pregiato tartufo. Qui, il 12 e 13 e il 19 e 20 febbraio è di scena la “Prima Fiera nazionale del Tartufo nero pregiato” (www.tartufodicampoli.it), occasione, per togliere il velo, ma solo in parte, su quel mestiere così affascinante e inesplorato dei cavatori, sulle loro storie e sui ritrovamenti leggendari (nel 2010, il tartufo più grande mai visto: 630 grammi).

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