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VINITALY 2011 - DALLA GRAPPA ALL’ENERGIA RINNOVABILE: TUTTI I POSSIBILI UTILIZZI DEI DERIVATI DELLA VITE RACCONTANTI DALLA REGIONE VENETO. DIFFUSO L’UTILIZZO DI BIOMASSE DI SCARTO PROVENIENTI DAL VIGNETO PER PROCESSI DI COGENERAZIONE

La vite: non è solo vino, ma anche energia rinnovabile, distillati e motori diesel più puliti. E così la Regione Veneto punta ad utilizzi alternative dei prodotti ricavati dalla vigna. Che le vinacce potessero essere la materia prima per quel distillato nazionale che si chiama grappa, è cosa nota da secoli. Cambiando nome al prodotto, per così dire, si produce bietanolo, segmento economico nel quale l’Italia attualmente occupa solo l’undicesimo posto della graduatoria tra i 17 paesi produttori europei con due impianti in funzione siti nelle province di Ravenna e Palermo, per una produzione stimata di 220.000 tonnellate.

“Anche in Veneto stanno sorgendo due grandi impianti, nelle province di Venezia e Rovigo - ha ricordato l’assessore regionale all’ambiente Maurizio Conte - nel contesto della riconversione delle filiere saccarifere del nord Italia. Ma si sta sperimentando anche un promettente utilizzo per i motori diesel, soprattutto di vecchie generazioni”. La Regione ha finanziato una ricerca applicata al trasporto urbano su autobus per verificare gli effetti dell’utilizzo di gasolio additivato con Magigas D7, bioetanolo additivato ad alcune molecole brevettate, che riesce a ridurre l’inquinamento dei motori più datati facendone diminuire l’inquinamento e di fatto rendendo ero 4 motori euro 2 ed euro 3, anche con un non indifferente risparmio nei consumi complessivi.

È, invece, molto diffuso l’utilizzo di biomasse di scarto provenienti dal vigneto per processi di cogenerazione. La filiera di valorizzazione dei sarmenti di potatura della vite consiste nella raccolta, cippatura, essiccazione e conversione energetica della biomassa mediante processo di combustione in caldaia per produzione di energia termica, o di gassificazione per produzione di energia elettrica. Più in generale, per la Regione Veneto viene stimata una quantità di residui agricoli pari a 220.000, ottenibile da una superficie vitata di oltre 70.000 ettari per una resa di produzione in sarmenti pari a 2,9t/ha (dato stimato dal Cestat - Centro Studi Agricoltura Ambiente Territorio - e confermato dal Sesirca - Servizio Sperimentazione Innovazione Ricerca Agricoltura), in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di quasi 5.000 famiglie.

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