02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

VINITALY & CURIOSITÀ: IL VINO PIÙ CARO? MARSALA FLORIO 1941 CON SMERALDI, RUBINI E DIAMANTI (5.000 EURO). MA CI SONO ANCHE I VINI “SOLIDALI” TESTIMONIAL DI PROGETTI IN BOSNIA E CONGO (DA CAPRAI AD ARGIOLAS) E QUELLI DEL TEATRO VENEZIANO “LA FENICE”

Italia
Il Marsala con i gioielli di Florio

Dall’immancabile vino più costoso alla bottiglia da Guinness dei Primati, passando per il vino con l’etichetta in braille per non vedenti ai vini “solidali”, testimonial di importanti progetti in Bosnia e in Congo, dai vini di uno dei teatri più importanti e storici d’Italia, a quelli che nascono nei terreni confiscati alla mafia: tra una degustazione e l’altra, WineNews è andata a caccia di curiosità a Vinitaly, uno degli appuntamenti di riferimento del settore, di scena a Veronafiere a Verona (www.vinitaly.com), dove il mondo del vino si scopre sempre più attento a farsi promotore di iniziative all’insegna della solidarietà, della cultura e di un tema di sempre più stretta attualità, come l’eco-sostenibilità ambientale.
Un esempio? I vini di Argiolas per “Is Selis”, il Centro Medico aperto dalla celebre griffe sarda in cooperazione con le Onlus Africadegna e Alerte Solidaritè Santè, per fornire assistenza sanitaria fisioterapica, assistenza ostetrica, oltre ad ospitare un laboratorio di analisi, pronto soccorso e un ambulatorio per piccola chirurgia, a Bibwa nella Repubblica Democratica del Congo. O il vino prodotto nelle vigne della Bosnia Erzegovina, distrutte o abbandonate nella terribile guerra che ha devastato il Paese nel 1992, dalla Cooperativa Vinicola “Vino Daorson”, testimone della voglia di ricominciare dopo il terribile conflitto, grazie al progetto tutto italiano del Ministero degli Affari Esteri e dalle Ong italiane Cefa e Oxfam Italia, “raccontato” in fiera dalla cantina umbra Arnaldo Caprai, che ha rilanciato l’antico vitigno Sagrantino nel gotha dell’enologia internazionale.
Ma a Vinitaly 2011, si può anche saperne di più sull’importante esperienza per combattere le mafie di cui sono un esempio concreto i vini prodotti dalle cooperative di Libera Terra, l’associazione di Don Ciotti che si occupa del recupero dei terreni confiscati ai boss, e assaggiare le nuove etichette prodotte dai ragazzi di Andrea Muccioli nella comunità di recupero di San Patrignano: Ora, un Sangiovese di Romagna Superiore Doc annata 2009 che nasce sulle colline di Rimini, e ’Ino, un Igt Rosso Toscana annata 2009, prodotto dalla cooperativa “Il Paratino”, vicino a Bolgheri, nei terreni donati da un benefattore a “Sanpa”.
E se la cantina Torti dell’Oltrepo Pavese usa la scrittura Braille nelle etichette del Bonarda, la marchigiana Umani Ronchi, una delle realtà enologiche italiane più solide e prestigiose, punta all’eco-sostenibilità grazie alle bottiglie in vetro alleggerito per i suoi celebri bianchi. Dai Viticoltori Ponte ci sono “I vini del Gran Teatro la Fenice”, realizzate in collaborazione con la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia, mentre il Friulano batte ogni record: 2 metri e 60 centimetri di altezza e 80 centimetri di diametro, per la bottiglia più grande del mondo certificata dal Guinness World Record, che contiene 510 litri di Friulano Doc Collio, annata 2009, fornito da più di 30 delle migliori cantine del Friuli Venezia Giulia (da Cantina Jermann a Venica & Venica, da Livon a Fantinel).
Immancabile, curiosando qua e là, la bottiglia più cara: una bottiglia di Marsala di una piccola e rara partita del 1941 che fu salvata dai bombardamenti che colpirono la città e le cantine Florio nella Seconda Guerra mondiale. Si chiama Aegusa, è impreziosita con smeraldi, diamanti e rubini per formare il tricolore ed è stata realizzata per i 150 anni dell’Unità d’Italia. ‘‘E’ un marsala semisecco che i Florio - spiega la cantina - amavano offrire ai loro ospiti più illustri’’. Di questa tiratura limitata ne sono stati prodotti 5 esemplari. Il prezzo? In trattativa riservata, ma, sembra, di 5.000 euro a bottiglia.

Focus - La Fenice di Venezia come fonte di ispirazione
“Viticoltori Ponte” ha presentato una linea di vini dedicati al Teatro La Fenice di Venezia, ispirati alla qualità, all’esclusività e all’eleganza, concetti che hanno fatto conoscere ed apprezzare Venezia ed il Veneto nel mondo. “Con questo progetto della durata di tre anni - sottolinea l’enologo della Cantina Ponte, Damiano Canali - la Cantina Ponte si occuperà della produzione e commercializzazione dei vini a marchio “Teatro La Fenice”. E’ un percorso che darà forti segnali di identità territoriale” (info: www.viticoltoriponte.com).
La commercializzazione partirà dai mercati dove l’immagine del Teatro è già ampiamente apprezzata, come i paesi asiatici, la Russia, i paesi dell’Est, l’Inghilterra e gli Stati Uniti per poi raggiungere obiettivi di vendita più ambiziosi grazie al network di contatti consolidato e capillare della Viticoltori Ponte, che attualmente esporta in ben 25 paesi valorizzando l’immagine del Veneto nel mondo.
“Per noi - afferma il presidente della Cooperativa Viticoltori Ponte, Giancarlo Guidolin - è un progetto ambizioso che ci permette di legare la nostra produzione ad un marchio, La Fenice, conosciuto in tutto il mondo e crediamo moltissimo in queste sinergie, utili soprattutto all’estero, in un momento di così forte competitività dei mercati”.
“La nostra è un’azienda - prosegue Valter Menazza, presidente della Cantina Ponte -che ha una lunga tradizione Con questo progetto vogliamo dare il giusto valore ai nostri 1.500 soci che da oltre 60 anni lavorano con noi. Per noi questa è una vera e propria sfida”. La gamma di vini per ora comprende il Prosecco Millesimato Doc (da 0,75 e magnum), il Rosè Extra Dry Spumante e il Pinot Grigio Doc Venezia. Per questi vini è stato studiato un packaging esclusivo, elegante e prestigioso come il leggendario teatro dell’opera di Venezia, che raffigura in etichetta i suggestivi particolari e i ricchi decori degli storici ambienti.
Il logo del Teatro La Fenice troneggia al centro dell’etichetta e ne è il soggetto principale quale marchio di garanzia. La sua particolare lavorazione, una preziosa laminatura dorata a secco, riprende i decori in filigrana del Gran Teatro. Parte del ricavato di queste bottiglie prodotte per il Teatro la Fenice contribuirà a sostenere economicamente le attività del Teatro per favorire lo sviluppo e la divulgazione della cultura nel mondo.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli