L’inserimento della Dieta Mediterranea tra i Patrimoni dell’Umanità, da parte dell’Unesco, è stato salutato, nella Penisola, come una grande vittoria per l’agroalimentare italiano. In effetti è un passo importante per il nostro wine & food. Ma qualcuno ha fatto notare che nel “calderone” della Dieta Mediterranea rientrano Paesi, culture e prodotti più o meno diversi: se l’idea è quella di farne un brand, sarà un brand e debole, perché non abbastanza identificativo. In Francia hanno le idee più chiare, almeno dal punto di vista commerciale. Già, perché i “cugini” sembrano essere sempre un passo avanti a noi: la Dieta Mediterranea è diventata sito Unesco nel dicembre 2010, ma in novembre il riconoscimento era stato dato alla Cucina Francese. Ora, non solo i francesi hanno “registrato il marchio” della loro gastronomia (e non di una generica che raccolga di tutto un po’), ma adesso pensano di chiedere all’Unesco l’inserimento dei loro vini nella categoria del “patrimonio culturale e gastronomico francese”, cioè di accorparli ad un brand fortemente rappresentativo, esclusivo di un territorio nazionale. Insomma, di un sistema-Paese, concetto che, in Italia, non è propriamente di casa.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025