E’ la classica “offerta che non si può rifiutare”: Francis Ford Coppola, uno dei maestri del cinema internazionale che da anni ha tradito il cinema per il vino, ha attirato in California Philippe Bascaules, tra i più rispettati creatori di bottiglie francesi, in quello che il quotidiano britannico “The Independent” ha definito un “atto di imperialismo alla rovescia che farà arricciare i baffi sulle colline di Bordeaux”, ma che lo stesso regista de “Il Padrino” ha salutato come “un sogno che diventa realta”. La defezione di Bascaules, che assumerà le redini dei vigneti del regista nella Napa Valley in tempo per la vendemmia 2011, servirà a rafforzare la Rubicon Estate, la storica tenuta, che comprende anche la più recente e dinamica cantina Francis Ford Coppola Winery, che il cineasta di “Apocalypse Now” possiede da oltre 30 anni nei pressi del villaggio di Rutherford.
L’enologo francese è un ingegnere agricolo che per due decenni ha lavorato per una delle più prestigiose etichette di Francia, Château Margaux, di cui negli ultimi undici anni è stato direttore, e che produce il Bordeaux più caro del mondo. E poco importi che “mastichi” poco inglese: “ammiro le persone di poche parole. Philippe non è un chiacchierone ma sa quello che fa”, ha detto il regista. I vini di Coppola negli Stati Uniti sono sinonimo di Merlot e Zinfandel affidabile, ma per tutte le tasche. Con l’aggancio di Bascaules, Coppola punta evidentemente a raggiungere un mercato di fascia assai più alta con l’obiettivo di “produrre i migliori vini del Vecchio Mondo negli Stati Uniti d’America”.
L’arrivo dell’enologo francese ha coinciso con l’acquisto dei vigneti storici di Inglenook (l’attuale Rubicon Estate restaurata da Coppola, ndr), un’azienda agricola fondata nel 1879 da un capitano della marina finlandese e che, negli anni ’40 e ’50 dopo la fine del proibizionismo, produceva alcuni dei vini migliori in America. Da allora però i vigneti Inglenook erano erano decaduti e oggi un bottiglione magnum di Zinfandel vende per un pugno di dollari: “è un marchio che è stato rovinato ma c’è ancora gente che paga decine di migliaia di dollari per annate dell’era precedente. E’ l’obiettivo a cui bisogna tornare”, ha detto Coppola che aveva cominciato ad acquistare appezzamenti di Inglenook nel 1975, con parte dei proventi de “Il Padrino”. A questo scopo il regista ha adesso comprato l’etichetta Inglenook dal consorzio Wine Group con l’obiettivo di apporlo sulle bottiglie al posto del suo nome.
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