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VE LO IMMAGINATE UN “CONSORZIO” DI FUNGHI, BATTERI E MICROBI “ADDESTRATI” PER PRENDERSI CURA DELLA VITE AL POSTO DEI FITOFARMACI? LA MICROBIOLOGIA ALLEATA DELLA VITICOLTURA DI DOMANI? SE NE PARLA IL 27 MAGGIO IN CANTINA SERAFINI E VIDOTTO (TREVISO)

Ve lo immaginate un “consorzio” di funghi, batteri e microbi “addestrati” per prendersi cura della vite al posto dei fitofarmaci? Lo scenario, un po’ fantascientifico e un po’ mistico, ma con solide basi scientifiche, sarà di scena il 27 maggio nella cantina Serafini e Vidotto di Nervesa della Battaglia (Treviso), dove si parlerà de “L’importanza della microbiologia nella filiera produttiva della vita: da Avatar al bicchiere”. Lo spunto viene dal colossal di James Cameron, dove gli abitanti del pianeta Pandora vivono in totale simbiosi con la natura, così come le “micorrize”, i consorzi microbiologici che si sviluppano intorno alla della radice piante. Per il professor Giusto Giovannetti, ricercatore microbiologo, direttore del Centro Colture Sperimentali di Aosta, è possibile utilizzare questi micro organismi per migliorare la salubrità dei prodotti alimentari. La nuova sfida consiste nell’utilizzarli in viticoltura, per stimolare il sistema di autodifesa della pianta, abbassando l’intervento della chimica. E il fatto che il dibattito sia di scena nella cantina Serafini e Vidotto non è casuale, visto che la sperimentazione nell’utilizzo delle micorrize è “di casa” da cinque anni è di casa. Due ettari e mezzo di vigneto di Cabernet Franc, Sauvignon e Merlot (i classici rossi del Montello) vengono coltivati con il metodo della filiera con micorrize. Il procedimento consiste nell’iniettare alle radici della vite un “consorzio” di microorganismi, ognuno con una propria funzione, per favorire lo sviluppo nell’apparato radicale della pianta e stimolare le autodifese. Il metodo, ad oggi in fase di ricerca e sperimentazione, ha permesso di ridurre l’impiego della chimica del 90%, semplicemente ricostruendo l’equilibrio che la natura avrebbe fatto da sola, prima dell’intervento della mano dell’uomo. Tra gli interventi anche quello di Roberto Causin, professore associato di Patologia Vegetale all’Università di Padova, Sergio Capaldo, responsabile scientifico zootecnico di Slow Food, e Vincenzo Longo, ricercatore del Cnr.
Info: www.serafinividotto.it

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