La “tecnica del lievito madre” può riportare la pizza napoletana ai profumi ed ai sapori delle origini? Si può quindi riscoprire la pizza di quando il lievito era solo naturale e le farine “00” non esistevano ancora? Certamente, almeno secondo l’Università della Pizza di Napoli, pronta a difendere le tradizioni del piatto più rappresentativo della città partenopea, nel “PizzaUp”: un progetto che stimola il dialogo e la collaborazione tra i pizzaioli di tutta Italia per affermare metodi e sistemi di lavoro di scena a Napoli il 23 maggio (info: www.universitadellapizza.com).
Ogni cuoco ha i propri trucchi fra i fornelli per rendere speciali i piatti che prepara. Ma quando parliamo di uno dei piatti più internazionali del mondo, come è la pizza, bisogna un po’ ritirare le fila e ricondurre tutti pizzaioli verso uno stile che abbia un’origine comune. Ed è proprio questo che cerca di fare l’Università della Pizza di Napoli, trarre dei principi base per ridare un po’ di tradizione ad un prodotto che tende (vista l’internazionalità) a snaturarsi.
Secondo l’Università della Pizza, la pizza nel mondo parla solo italiano, con le varianti e tipicità locali che ne fanno un piatto da scoprire e riscoprire senza mai stancarsi, ma l’italianità deve emergere dalla scelta accurata degli ingredienti che sono sopra al disco di pasta e dalla corretta lievitazione della base, partendo proprio da Napoli, origine conclamata della pizza più famosa nel mondo.
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