L’Organizzazione Comune del Mercato del vino-Ocm vino (Reg. CE n. 479/2008 e successivi) porta con sé una serie di misure imposte dalla Commissione Europea, alcune non ancora entrate in vigore, ma previste a partire dai prossimi anni. Una delle più significative - come WineNews ha più volte sottolineato - è l’eliminazione, a fine 2015, dei diritti di impianto dei vigneti: con questa misura la Commissione ha rivoluzionato il sistema delle regole di gestione dei vigneti, finora sottoposti a vincoli in base a criteri economici, liberalizzando gli impianti per tutti i tipi di vino e creando, di fatto, le premesse per una crescita indiscriminata delle produzioni, anche per le Doc. E mentre tra gli Stati dell’Unione Europea aumenta il fronte del no a questa misura - Italia, Francia, Germania, Ungheria, Romania, Cipro, Grecia, Portogallo, Austria cui si è aggiunta anche la Spagna - guidata da Federdoc (Federazione Italiana Consorzi Tutela Vini Doc), l’Europa del vino a denominazione di origine, con i massimi esponenti nazionali del settore vitivinicolo europeo, si dà appuntamento all’Accademia dei Georgofili, a Firenze, il 26 maggio, per discutere sulla possibile “deregulation” prevista dalla nuova Ocm vino (info: www.federdoc.com).
“La liberalizzazione totale dei diritti di impianto dal 2016 - spiega Riccardo Ricci Curbastro, presidente Efow (European Federation of Origin Wines - Bruxelles) e Federdoc - avrebbe conseguenze drammatiche sul settore dei vini di qualità, tra cui sovrapproduzioni e conseguenti crolli dei prezzi, delocalizzazioni e perdita dei posti di lavoro, industrializzazione del prodotto e perdita della qualità; già l’abbassamento del valore patrimoniale dei terreni è in atto”. Insieme a lui, a riflettere sulla questione ci saranno Fernando Prieto-Ruiz, presidente della Cecrv (Conferencia Espanola de Consejos Reguladores Vitivinicolas - Madrid) e vice presidente Efow, Pascal Ferat, membro della Cnaoc (Confédération Francaise des Producteurs des Vins Aoc) e presidente del “Syndicat Général des Vignerons de la Champagne”, e Giuseppe Aulitto, direttore generale della Direzione Generale Politiche Comunitarie ed Internazionali di Mercato del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
Gli effetti dell’eliminazione dei diritti di impianto, che esistevano per la Francia dal 1953 e per gli altri Paesi europei dal 1976, potrebbero essere devastanti, ricorda Federdoc, con probabili aumenti delle superfici vitate, solo per citare alcuni esempi, per la Côtes-du-Rhône da 61.000 ettari a 120.000 ettari, per la Roja da 60.000 a 350.000 ettari, per il Chianti da 17.000 a 35.000 ettari. E sono proprio questi possibili scenari a preoccupare il board d’eccezione che si riunirà a Firenze, e che si esprime da tempo in sede europea attraverso la Efow l’associazione nata per rappresentare, tutelare e promuovere i vini europei con denominazione di origine e indicazione geografica all’interno della Comunità e nel mondo.
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