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NON BASTAVANO IL PUNTERUOLO ROSSO DELLE PALME, IL TARLO ASIATICO, LA SHARKA DELLE DRUPACEE E LA TIGNOLA DEL POMODORO; DALLA CINA ARRIVA ANCHE LA CINIPIDE DEL CASTAGNO CHE STA METTENDO IN GINOCCHIO LA PRODUZIONE “CASTANICOLA” ITALIANA

Il raccolto nazionale di castagne si è ridotto del 50% per colpa di un insetto arrivato dalla Cina in Italia dove sta infestando senza trovare resistenza lungo la penisola gli oltre 200.000 ettari di boschi di quello che Giovanni Pascoli chiamava l’antico albero del pane. A lanciare l’allarme è la Coldiretti a lanciare l’allarme.

“Insieme a misure urgenti ed adeguate per risarcire i gravissimi danni subiti dagli agricoltori è necessario intervenire - sottolinea la Coldiretti - per evitare il ripetersi, sempre più frequente, di situazioni fitosanitarie che mettono a rischio le nostre produzioni monitorando che con gli scambi commerciali non siano introdotti parassiti o malattie non presenti nel nostro territorio. Punteruolo rosso delle palme, tarlo asiatico, batteri osi del kiwi, tristezza degli agrumi, sharka delle drupacee e tignola del pomodoro sono insieme al cinipide del castagno sono alcuni esempi di come la globalizzazione degli scambi commerciali deve essere accompagnata da uniforme qualificazione del sistema dei controlli fitosanitari per evitare il diffondersi incontrollabile di malattie tra le piante e gli animali”.

Come molti altri parassiti viene dalla Cina, precisa la Coldiretti, anche l’insetto “Cinipide galligeno del castagno”, che pungendo le gemme per la deposizione delle uova provoca la formazione di galle, cioè ingrossamenti dei tessuti di varie forme e dimensioni, da cui poi sfarfalleranno nell’anno successivo nuovi insetti adulti. Il risultato è il crollo della produzione. Ad essere colpiti in Italia sono, continua la Coldiretti, i boschi di castagno delle diverse regioni, dalla Campania al Lazio, dalla Toscana all’Emilia Romagna ma anche Calabria, Veneto, Piemonte e Lombardia. Le azioni per contrastare l’insetto parassita sono al momento ancora alla fase di studio e, pertanto, di efficacia limitata. Tra queste l’istituzionalizzazione del tavolo verde sulle emergenze fitosanitarie, ha - sostiene la Coldiretti - significati molto importanti sia per determinare in maniera univoca la metodologia operativa che viene adottata per affrontare le emergenze fitosanitarie, sia per definire un unico sistema di allerta e monitoraggio sul territorio.

La Coldiretti precisa che nonostante il calo la produzione nazionale delle castagne è di circa 40 milioni di chili che consentono all’Italia di conquistare la leadership nella produzione in Europa e il quarto posto a livello mondiale dopo Cina, Corea del Sud e Turchia. Una curiosità: la massima produzione conseguita in Italia, fu registrata nel 1911 con 829 milioni di chili di castagne prodotte su 650.000 ettari di terreno. Il primato italiano sul piano qualitativo è confermato - conclude la Coldiretti - dalla presenza di ben quattordici prodotti castanicoli che hanno ottenuto il riconoscimento europeo. Cinque - precisa la Coldiretti - si trovano in Toscana e sono il Marrone del Mugello Igp, la Castagna del Monte Amiata Igp, il Marrone di Caprese Michelangelo Dop, la Farina di Neccio della Garfagnana Dop e la Farina di castagne della Lunigiana (Dop), mentre in Veneto sono riconosciuti il Marrone di San Zeno Dop, i Marroni del Monfenera IGP e il Marrone di Combai Igp, in Campania la Castagna di Montella Igp e il Marrone di Roccadaspide Igp, in Piemonte la Castagna Cuneo Igp e il Marrone della Valle di Susa Igp, in Emilia Romagna il Marrone di Castel del Rio Igp e nel Lazio la Castagna di Vallerano Dop.

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