02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

OGM: “IL VERDETTO FINALE SPETTA ALLA COMUNITA’ SCIENTIFICA, MA DEMONIZZARLI E’ COMUNQUE SBAGLIATO. E DEVE DECIDERE L’EUROPA, NON I SINGOLI STATI”. PAROLA DI FEDERALIMENTARE. E IN EDICOLA ARRIVA “PERCHE’ GLI OGM”, LIBRO-DOCUMENTARIO DI ELIO CADELO

“L’Europa non doveva lasciare la facoltà ai singoli Stati di decidere sul sì o no agli Ogm, perché così si scatenano guerre di religioni e si causano distorsioni commerciali”. Poche parole, ma chiarissime, quelle di Filippo Ferrua, presidente di Federalimentare, che aggiunge: “l’Italia sappiamo come la pensa, c’è una campagna di ostilità demagogica e questo mette a rischio il prosieguo e la ripresa della ricerca scientifica, la sola deputata a dover e poter dire la parola risolutiva, a tutela e vantaggio dei consumatori. Noi - prosegue Ferrua - siamo contrari alla chiusura totale su un tema che magari non risolverà la fame nel mondo ma rende l’agricoltura europea ed italiana più efficiente e competitiva. Che possano venire danni all’immagine del Made in Italy, come sostengono alcune organizzazioni agricole, è da vedere. Rendiamoci anche conto che, con le frontiere virtuali che ormai caratterizzano i mercati delle materie prime agricole, i prodotti Ogm ci arrivano comunque in casa e la stessa produzione dell’industria italiana deve poter contare su materia prima anche estera”.
Sostanziale apertura, quindi, all’introduzione degli Ogm in Italia, a patto che a pronunciarsi, in un modo o nell’altro, sia l’Europa e non gli Stati, per non creare situazioni e dinamiche di mercato vantaggiose per alcuni e potenzialmente deprimenti per altri. Sulla stessa linea d’onda la presidente dei Giovani Imprenditori di Federalimentare, Annalisa Sassi, che sottolinea come su questo tema dovrebbe essere l’autorità europea a decidere una strada uguale per tutti, magari basandosi sul verdetto scientifico dell’Autorità per la sicurezza alimentare europea, di stanza a Parma.
“Demonizzare categoricamente gli Ogm - spiega la Sassi - è comunque sbagliato. Teniamo presente che ci sono vari livelli di manipolazione genetica. Inoltre, alcuni miglioramenti genetici possono essere positivi ed eliminare per esempio la necessità dell’uso dei pesticidi o ridurre i consumi idrici”.

Focus - Il libro: “Perché gli Ogm”
Da “40 anni in Italia si usa il grano Creso, modificato geneticamente grazie ai raggi gamma nei laboratori dell’Enea per fare pane e pasta, così come il pompelmo rosa o l’insalata iceberg. Il pomodorino “ciliegino” è sulle tavole di tutti eppure non è che “un ibrido” costruito nei laboratori israeliani e oggi coltivato in tutto il mondo, mentre il nostro “San Marzano” è quasi estinto perché l’unico rimedio per difenderlo dal virus che lo ha decimato sarebbe un intervento di ingegneria genetica, vietato in Italia”. E’ sulla traccia di esempi come questi che si snoda il saggio “Perché gli Ogm”, il libro-documento curato da Elio Cadelo (Palombi editore) e appena uscito in libreria, con l’obiettivo di affrontare i tabù che si muovono intorno alle coltivazioni geneticamente modificate, attraverso le parole e l’esperienza di scienziati, giuristi, economisti e teologi di rilievo internazionale. Obiettivo del saggio, dunque, è spiegare perché “gli Ogm sono decisivi per la nostra società che oramai non ne può più fare a meno”, spiega Cadelo, giornalista, scrittore, Premio Enea 1999 per la divulgazione scientifica ed ex membro del Gruppo di lavoro sulla Informazione e Comunicazione in Biotecnologia del Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel saggio, Cadelo presenta gli scritti di diversi esperti, dallo psichiatra Vittorino Andreoli ai genetisti Luigi Rossi, Roberto Defez e Rosella Franconi, dagli economisti Giovanni De Caro e Dario Frisio ai biologi Alessandro Vitale e Giuliano D’Agnolo, dal giurista Luca Simonetti a Bruno Mezzetti dell’Istituto Superiore di Sanità, da Corrado Clini, Direttore generale del Ministero dell’Ambiente, al teologo Gonzalo Miranda.
I saggi contenuti nel volume spiegano sotto il profilo economico, dell’ambiente e della salute la “necessità di rinnovamento dell’agricoltura - continua Cadelo - per far fronte alle esigenze di una crescente umanità, alle richieste in termini di quantità e qualità non solo di prodotti alimentari, ma anche per la produzione di farmaci e quale fonte di energia alternativa”. Perché gli Ogm, grazie al contributo di personalità di alto profilo scientifico e bioetico, fa dunque un’analisi a tutto campo, dalla genetica all’economia, dalla giurisprudenza alle problematiche ambientali, alla medicina, e illustra l’importanza degli Organismi geneticamente modificati proponendo il superamento delle polemiche e degli slogan. “Sul fronte della ricerca - spiega ancora Cadelo - nel nostro Paese c’è l’impossibilità di trasferire i risultati della ricerca scientifica sugli Ogm alle produzioni industriali e questo non solo blocca la ricerca in se stessa ma crea anche disoccupazione intellettuale perché non c’è ricaduta del loro lavoro”. Questo studio, precisa però lo scrittore, “non entra nel dibattito pro o contro gli Ogm, né discute delle scelte politiche dei diversi Paesi, ma affronta a livello scientifico la realtà della ricerca e dell’applicazione delle piante geneticamente modificate in agricoltura e per altri scopi industriali”. Attraverso la voce di scienziati e ricercatori fa “chiarezza - sottolinea ancora Cadelo - su un tema sul quale troppe sono state le opinioni di chi di questo mondo non fa parte, malgrado sia di pertinenza della scienza e degli agricoltori”. Questo, prosegue Cadelo, “ha portato con l’uso di termini impropri una vera campagna di disinformazione che ha creato paure nei consumatori e convincimenti troppo spesso irrazionali, mentre il cittadino dovrebbe avere la possibilità di valutare sulla base di elementi scientificamente certi”.

Focus - Gli Ogm nel mondo
Intanto, mentre il dibattito sugli Ogm è ancora molto accesso nel nostro Paese, le superfici coltivate nel mondo con piante geneticamente modificate hanno raggiunto nel 2011 quota 150 milioni di ettari. Al primo posto per coltivazioni Ogm ci sono gli Stati Uniti, seguono Canada, Sud America (Argentina, Brasile e Paraguay), India, Cina, e Sud Africa. Sono economie consolidate ed emergenti il cui Pil cresce tra il 4 e il 10% ogni anno. Secondo la Fao e la Banca Mondiale, riporta il saggio di Cadelo, “è stato grazie all’agricoltura Ogm che molti Paesi poveri hanno allontanato lo spettro della fame ed hanno potuto aprirsi alla crescita economica”. I dati ufficiali, infine, dicono che, già nel 2008 oltre 13 milioni di agricoltori, dei quali il 90% in Paesi in via di sviluppo, coltivavano piante geneticamente modificate. “Ciò nonostante in Europa e in particolare in Italia - conclude l’autore - gli Ogm sono ancora un tabù con gravi ricadute non solo sulla ricerca pubblica e privata ma anche sull’economia in generale”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli