Il caro spesa pesa sempre di più sulle tasche degli italiani: la corsa dei prezzi alimentari alla produzione è proseguita nei mesi autunnali con rincari, ad ottobre, pari al 2,8% su base annua, dal 2,6% di agosto, ma con alcuni prodotti che hanno registrato incrementi a due cifre, come per esempio zucchero e caffé che hanno registrato un aumento al consumo rispettivamente del 16,1% e del 16,4%. Lo rileva l’Osservatorio “Prezzi e mercati” di Indis-Unioncamere, secondo il quale i rincari più elevati riguardano anche i latticini, in testa Grana Padano e Parmigiano Reggiano, rispettivamente +10,9% e +9,9% tendenziale.
“Le anticipazioni degli operatori della grande distribuzione e della distribuzione organizzata per le negoziazioni con l’industria - spiega Unioncamere - prevedono per i mesi a venire un graduale rallentamento dei prezzi dei generi alimentari”. In aumento anche i prezzi alla produzione che segnano una variazione tendenziale del 5,7% ad ottobre, con un incremento superiore al mezzo punto percentuale rispetto al mese precedente. Gli aumenti dei prezzi alla produzione risultano trasversali ai vari reparti, ma hanno interessato soprattutto le carni (+8.7% tendenziale) e lo scatolame (+6,9%). “Per quel che concerne le referenze soggette alle maggiori tensioni - precisa l’Osservatorio - oltre ai noti aumenti messi a segno negli ultimi dodici mesi dallo zucchero (+22,8%), dall’olio di semi (+18.9%) e dal caffé in grani (+17,9%), vanno annoverati quelli relativi alla carne di vitello (+12,7% tendenziale) ed alla carne in scatola (+9,7%)”.
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