Un autentico boom: così la Cia - Confederazione italiana Agricoltori riassume le cifre di una novità alimentare che si è decisamente fatta notare sulle piste da sci della Calabria, ovvero l’introduzione sul mercato, da parte di alcuni imprenditori della Sila, di cappuccini e cioccolate calde a base di latte di capra per i molti italiani intolleranti a quello vaccino. I soli bambini che soffrono di questa intolleranza alimentare, stando ai dati della Confederazione, sono oltre 100.000, e gli adulti alcune centinaia di migliaia: solo lo 0,5% dei bar del Paese è in grado di servire a questo segmento di pubblico una valida alternativa. E nelle baite di montagna, dove il consumo di bevande calde è alto perché garantiscono un elevato apporto energetico, il “capriccino” e il “cioccaprino” stanno spopolando. Addirittura, segnala la Cia, questi preparati hanno stuzzicato anche la curiosità di chi non ha allergie particolari, e li consuma solo per il gusto di consumarli. Per tale motivo si stanno giustamente moltiplicando le azioni promozionali rispetto all’uso di latte caprino nei bar e nei luoghi di ristoro.
Il latte di capra, sottolinea la Cia, ha ottime proprietà e costa poco di più del latte vaccino per la grande differenza produttiva dei due alimenti. Basti pensare che una capra realizza circa 2,5-3 litri di latte al giorno, contro i 20-30 litri che può produrre una mucca. Anche il metodo di estrazione avviene, generalmente, in modo diverso: nel caso delle mucche la mungitura è meccanizzata, mentre per le capre in molti casi è ancora manuale.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025