Frena l’export di vino italiano nei primi 3 mesi 2012, ma solo in volume e “per colpa” dello sfuso. A dirlo l’Ismea, sullo stesso periodo 2011. Se nel complesso le spedizioni di vino italiano fanno segnare un -8% in volume ma un +7% in valore, per il vino imbottigliato la crescita è del 3% in quantità e del 6% in valore. A crollare in quantità (-25%), infatti, è soprattutto lo sfuso, sia a causa del valore medio unitario cresciuto sul 2011 (+37%) che per la concorrenza straniera, con la Spagna diventata leader nel segmento, ma anche alcuni importanti produttori del Nuovo Mondo, in particolare Australia, Cile e Argentina, che proprio sugli sfusi stanno agendo con maggiore determinazione per conquistare quote sui mercati internazionali.
Tra le diverse tipologie di vino, sono stati i vini comuni ad accusare la flessione più marcata (-23% in volume sul 2011), mentre l’export di vini Doc-Docg e Igt è aumentato dell’1%. Per tutti la dinamica delle esportazioni in valore è risultata invece positiva. Anche gli spumanti hanno registrato una flessione dei volumi esportati del 6%, mentre i frizzanti hanno fatto segnare un più 4%. Tra i principali paesi clienti, solo in Regno Unito emerge una progressione in volume delle esportazioni del 19,5%. Al contrario, i quantitativi inviati in Usa e Germania sono scesi rispettivamente del 4,1% e del 6,2%. Negli Usa la flessione riflette un minore invio di vini confezionati, a fronte di una crescita rilevata per gli spumanti. In Germania, invece, ha pesato la riduzione del 14% delle spedizioni di vini sfusi, parzialmente controbilanciata da un aumento delle esportazioni di confezionati (+3%) e di spumanti (+9%).
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