Tra provocazioni (“Per diminuire l’abuso di alcol? Le signore e le ragazze non si concedano a chi ha bevuto”) e spunti di riflessione (“io non so se alcune delle opere più belle della nostra arte siano state create da artisti in preda ai fumi dell’alcool, ma certamente, se così fosse, dovremmo chiudere la vostra associazione e darci tutti all’alcool”) , gli studenti fiorentini del progetto “bevi con la testa”, ma più famosi come Teste-di-alkol, hanno incontrato un altro personaggio ben noto al grande pubblico, specie per le sue uscite irriverenti: il critico d’arte Vittorio Sgarbi. Così, riflettendo sull’uso e l’abuso di alcol tra gli artisti del passato, l’esperienza dei 2.000 studenti del progetto si è arricchita di un’altra opinione autorevole, che offrirà spunti ed idee alle iniziative future per sensibilizzare l’opinione pubblica sul sempre crescente uso di alcol da parte di giovani e adulti.
L’incontro, ha anche offerto l’occasione al critico d’arte per raccontare della sua adolescenza e del suo rapporto con l’alcol: “bevo soltanto il vino, perché mi piace “sentire” quello che trasmette dei luoghi in cui è prodotto ed in particolare amo il Lambrusco, l’unico rosso da bere freddo che mi trasmette le emozioni della mia terra. L’abuso di alcol nega la libertà dell’individuo perché toglie il controllo di se stessi e rende schiavi di una dipendenza, che può avere conseguenze davvero pesanti”. Ma cosa possono fare il mondo dell’arte ed una figura come Sgarbi, che negli anni ha ricoperto diversi incarichi nell’amministrazione pubblica, per sensibilizzare ed educare i più giovani al problema? Il presidente della Onlus Generazioni Contatti, Matteo Lucherini, ha lanciato la sua provocazione a Sgarbi: “ci aiuti ad organizzare degli happy-hours a basso contenuto alcolico in luoghi di bellezza artistica per avvicinare tutti, giovani e adulti, ai più bei luoghi delle nostre città e dintorni, e diffondere gli alcoltest per rendere “modaiolo” e diffuso il gesto di farsi il test alcolemico prima di mettersi alla guida”. Una proposta cui Sgarbi ha risposto con una promessa, quella di organizzare un happy-hour in un luogo solitamente riservato all’arte per un brindisi “tra le meraviglie del nostro Paese”.
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