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CON ULISSE CONTINUA L’“ODISSEA” DEL CALDO IN ITALIA: PERSO PIÙ DI MEZZO MILIARDO DI EURO IN AGRICOLTURA E ANDATI A FUOCO IL TRIPLO DEI TERRENI SUL 2011 (+196%). IL PUNTO IN ITALIA E NEL MONDO DI COLDIRETTI, CHE STILA IL DECALOGO CONTRO GLI INCENDI

Il caldo non dà tregua, soprattutto quando si parla di agricoltura, e dopo gli anticicloni, le perturbazioni e chi più ne ha più ne metta è arrivato Ulisse, l’anticiclone che forse ha preso questo nome per il fatto che questo caldo sembra proprio un’Odissea. Così, dopo Scipione, Caronte e Minosse arriva l’ennesimo anticiclone che dà il colpo di grazia alle coltivazioni agricole colpite dal caldo e dalla siccità che ha provocato al settore agricolo perdite che hanno già superato il mezzo miliardo di euro e fra le piaghe della difficile situazione climatica c’è anche la critica situazione degli incendi che hanno interessato, da Nord a Sud, tutta la Penisola, e che hanno mandato a fuoco quasi il triplo delle superfici di terreno sul 2011 (+196%). Parola di Coldiretti che fa il punto e il bilancio sulla situazione agricola italiana e nel mondo e stila un vademecum contro gli incendi.
Interi raccolti sono andati persi, sottolinea la Coldiretti, dal Veneto fino alla provincia di Crotone in Sicilia passando per la Toscana dove nelle province di Grosseto e Livorno sono state attivate le procedure per lo stato di calamità. A essere stati duramente colpiti sono stati, precisa la Coldiretti, decine di migliaia di ettari coltivati di mais, pomodori, barbabietole e girasoli a macchia di leopardo lungo tutta la penisola dove in alcune zone non piove in modo adeguato da mesi. Sopra i 30 gradi, sottolinea la Coldiretti, le piante di pomodoro vanno in stress perché non riescono più a lavorare e si fermano, nonostante l’irrigazione che non riesce a sopperire neanche al fabbisogno idrico delle coltivazioni di granoturco. Le coltivazioni, precisa la Coldiretti, in questa fase stagionale si trovano in un momento critico di sviluppo e hanno bisogno dell’acqua per completare il ciclo produttivo. A soffrire con le alte temperature sono anche, continua la Coldiretti, gli animali negli allevamenti dove le mucche arrivano a produrre anche il 10% di latte in meno nonostante gli accorgimenti adottati per garantire il refrigerio (doccette, ventilatori, ecc.). Una situazione di emergenza che, spiega la Coldiretti, conferma l’importanza che l’Italia difenda il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile in una situazione in cui già adesso circa la metà dei prodotti alimentari sono importati, a cominciare dalla soia (80%), dal grano (50%) e anche dal mais (20%).
E a proposito di importazioni qual è la situazione nel resto del mondo? Il caldo e la siccità che hanno colpito l’Italia, sottolinea la Coldiretti sulla base delle quotazioni alla riapertura settimanale al Chicago Board of Trade (punto di riferimento o del mercato a livello internazionale con il mais a quasi 8 dollari per bushel, il grano a quasi 9 dollari per bushel e la soia a 16,3 dollari per bushel per consegne a settembre), hanno distrutto anche i raccolti degli Stati Uniti provocando una carenza mondiale di cibo con mais, soia e grano che hanno raggiunto prezzi record per effetto di aumenti che in un solo mese vanno dal 50% per mais e grano al 30% per la soia. La siccità che ha colpito gli Usa secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration, è la peggiore dal 1956 in termini di aree colpite e secondo i dati del governo i raccolti di grano in “buona o eccellente” qualità sono appena il 31% mentre per la soia sono il 34%. Negli Stati Uniti, che sono il maggiore produttore, si stimano perdite nel settore agricolo per 12 miliardi di euro che si stanno facendo sentire anche sul mercato mondiale, dove alla crisi finanziaria si aggiunge, dunque, quella alimentare poiché, continua la Coldiretti, se dal grano si ottiene il pane, il mais e soia sono componenti indispensabili per l’alimentazione degli animali negli allevamenti per produrre carne e latte. L’andamento dei prezzi delle materie prime agricole sta provocando, precisa la Coldiretti, effetti sui mercati internazionali dove con i rincari si prospetta una ripresa dell’inflazione, ma è allarme anche per il commercio internazionale per la mancata consegna delle forniture con effetti drammatici, precisa la Coldiretti, sul piano della disponibilità di cibo nei paesi poveri e della sicurezza sociale in paesi come la Libia o l’Egitto che sono forti importatori di grano. L’aumento dei prezzi è giustificato sul piano congiunturale dal clima che ha colpito con il caldo e la siccità gli Usa mentre un calo dei raccolti è previsto in Russia nella zona del mar Nero per le alluvioni e in Ucraina, ma in realtà a pesare sono anche i cambiamenti strutturali come ha evidenziato, continua la Coldiretti, l’ultimo rapporto Ocse-Fao secondo il quale la produzione agricola deve crescere del 60% nei prossimi 40 anni per far fronte all’aumento della domanda della maggiore popolazione mondiale, alla richiesta di biocarburanti e alla crescita dei redditi in paesi come la Cina che spinge al maggiore consumo di carne e quindi di mangime per gli allevamenti.
L’altra piaga, dunque, portata dal caldo torrido sono gli incendi che, secondo l’analisi Coldiretti sulla base dei dati del Corpo Forestale, hanno mandato a fuoco quasi il triplo delle superfici di terreno sul 2011 (+196%). Sono scoppiati 3.900 incendi boschivi con 19.000 ettari di superficie percorsa dal fuoco, di cui circa 11.000 di boschi dall’inizio dell’anno al 15 luglio 2012.

Focus - Il vademecum della Coldiretti contro gli incendi
1 - Evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boschive, ma anche in quelle coltivate o nelle vicinanze.
2 - Nelle aree attrezzate controllare la fiamma, evitando di accendere fuochi in giornate di vento.
3 - Prima di andare via verificare non solo che il fuoco sia spento, ma anche che le braci siano fredde.
4 - Non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall’automobile e verificare che la marmitta dell’automobile non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi.
5 - Non abbandonare rifiuti o immondizie nelle zone boschive o in loro prossimità. In particolare, evitate la dispersione nell’ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente.
6 - Se si avvista un incendio non prendere iniziative autonome, ma mantenersi sempre a favore di vento evitando di farsi accerchiare dalle fiamme.
7 - Informare Corpo forestale (1515) o Vigili del fuoco (115) o anche Polizia, Carabinieri, Prefettura, Comune.
8 - Essere precisi sul luogo dove si è sviluppato l’incendio perché la lotta contro il fuoco è contro il tempo
9 - Un elevato numero degli incendi è opera di piromani o di criminali interessati alla distruzione dei boschi, collaborare con la Forestale e con i corpi di Pubblica sicurezza nella segnalazione di comportamenti sospetti.
10 - Date il vostro contributo a una corretta informazione sulla prevenzione degli incendi: una cittadinanza più attenta e cosciente permette un maggiore controllo del territorio.

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