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L’ITALIA NON ESPORTA SOLO ECCELLENZE DEL WINE & FOOD, MA ANCHE MODELLI DI RECUPERO CHE RUOTANO INTRONO AI SAPERI E AI MESTIERI DEL GUSTO. IL CASO DELL’ESPERIENZA DI SAN PATRIGNANO, CHE FA SCUOLA A SAN PAOLO, IN BRASILE, PER LA ONG “ARCAH”

Non Solo Vino
David Hertz e i ragazzi di San Patrignano

C’è un’Italia che esporta eccellenze vinicole e alimentari con grande successo in tutto il mondo. Ma anche un’Italia che inizia ad esportare modelli di recupero basati sulla cultura dei mestieri del wine & food. E così, dopo la notizia dei vini e dei prodotti realizzati dai detenuti del carcere di Gorgona, in partnership con Frescobaldi, che ha fatto il giro del mondo, ora è un’altra esperienza storica di storie umane difficili, recuperate anche grazie al wine & food, a salire alla ribalta internazionale: è quella di San Patrignano (www.sanpatrignano.org).
Sull’asse “Sanpa”-San Paolo del Brasile. La comunità di recupero per tossicodipenenti fondata da Vincenzo Muccioli, è diventata, nel tempo, un marchio prestigioso dell’enogastronomia italiana, con i vini e non solo prodotti dai ragazzi nel loro percorso di vita, ed in questi giorni ospita Filipe Sabara, fondatore di Arcah Charity (www.arcah.org) a San Paolo, in Brasile, per un soggiorno studio inteso ad esportare il modello della comunità in Brasile. Sabara, erede dell’industria cosmetica Beraca, ha portato con lui David Hertz, celebre chef brasiliano e fondatore di “Gastromotiva”, ong specializzata nella formazione in ambito culinario al fine del reinserimento di persone svantaggiate o emarginate (www.gastromotiva.org). Herz ha trascorso, la giornata di oggi, nella grande cucina della comunità, dove insieme ai cuochi di San Patrignano ha preparato un pranzo per tutti i 1.300 ragazzi di San Patrignano.
Nata nel 2012 per far fronte all’emergenza droga e povertà, l’organizzazione no profit Arcah replicherà il modello di San Patrignano ramificando le proprie attività in vari settori professionali, dalla falegnameria all’estetica. “Gastromotiva” ha già aderito al progetto. “Nel cibo, linguaggio universale dell’umanità - si legge in una nota - ha individuato uno strumento sociale che consente ai giovani emarginati di imparare un mestiere e riscattare se stessi”.
“Ho creato Arcah per dare voce e speranza alle persone più svantaggiate - spiega Filipe Sabara - il mio Paese ha il primato mondiale nel consumo di crack e la dipendenza da sostanze rappresenta un problema trasversale nella società, sono a San Patrignano per capire come applicare un metodo risultato di un’esperienza trentennale”. La comunità si è offerta di collaborare a questo nuovo progetto internazionale contribuendo attraverso un tutoraggio allo sviluppo di Arcah.
Oltre ad essere il fondatore di Arcah, Filipe Sabara è fautore di un nuovo approccio ispirato all’economia positiva con il suo programma “Reload Positive”. Una trasformazione dal basso che pone il consumatore consapevole al centro, rompendo con il vecchio modello di mercato per fondare un sistema dove la collettività diviene elemento attivo e propositivo.

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