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L’EGITTO, FINITO IL SUO SPLENDORE, DIVENTÒ UNA DELLE PIÙ IMPORTANTI PROVINCE DELL’IMPERO ROMANO. ED ANCHE UN’IMPORTANTE REGIONE VINICOLA, MINACCIATA, PERÒ, DAI FURTI D’UVA DURANTE LA VENDEMMIA, COME RACCONTA UN FRAMMENTO DI PAPIRO DI 2000 ANNI FA

Italia
Papiro d’Egitto e il Guardiano delle Viti

L’Egitto, finito il suo lungo periodo di splendore, dopo la morte di Cleopatra, fu conquistato da Ottaviano Augusto, diventando presto una delle più importanti province dell’Impero Romano, nonché una delle regioni vitivinicole di riferimento dell’epoca. Ma i vignaioli d’Egitto non avevano certo vita facile, minacciati com’erano dai ladri d’uva, la peggior piaga che potesse colpirli in tempo di vendemmia. Tanto che, come testimonia un frammento di papiro di 12 centimetri per 8,5, risalente a 2000 anni fa, decifrato dal professor Kyle Helms dell’Università di Cincinnati, la soluzione, stava nell’assumere delle guardie private a difesa del vigneto.
“In accordo con voi, ho firmato un contratto - è scritto nel frammento di papiro, che documenta un contratto di lavoro in cui un uomo di nome Flavio accetta di lavorare come guardia del vigneto, nei pressi di un villaggio egiziano - che mi vincola a custodire il vostro vigneto, nei pressi del villaggio di Panoouei, da oggi fino alla fine della vendemmia e fino al trasporto, in cambio di una retribuzione legata al tempo che avrò lavorato, senza alcun tipo di negligenza”.
Kyle Helm, nel suo articolo “Guarding Grapes in Roman Egypt”, ripreso anche da “Wine Searcher” (www.wine-searcher.com), racconta proprio di come il furto di uva, in tempo di vendemmia, era piuttosto comune, così come l’impiego di guardie private che impedissero ai viticoltori di perdere l’intero lavoro di un anno. Eppure, al di là di quanto gli studiosi abbiano sempre evinto o presunto, questo pezzo di papiro è l’unica testimonianza tangibile di questa teoria, oltre ai resti, in molti casi, di vere e proprie mura di cinta, erette, presumibilmente, per difendere gli stessi vigneti.

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