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DARE NUOVA FORMA E TRAMA AI GRANDI TERRITORI DEL VINO ITALIANO, OLTRE LE ZONAZIONI: È QUESTO IL PROGETTO DI GIANNI MORIANI, IDEATORE DEL MASTER IN CULTURA DEL CIBO E DEL VINO DELL'UNIVERSITÀ CA' FOSCARI DI VENEZIA. IL CASE STUDY SOAVE

Da un unicum enologico vitato di oltre 7.000 ettari, per certi versi “il vigneto più grande dʼEuropa”, a quello “più interessante”. È questo, in una battuta, il progetto ideato dal Professor Gianni Moriani, dellʼUniversità Caʼ Foscari di Venezia, per il territorio veronese del Soave: e per raggiungere questo obiettivo, il mezzo ideato da Moriani è un “wine park”, unʼentità che si andrebbe a sovrapporre alle singole associazioni e agli enti pubblici esistenti per coordinare le attività, veicolare un messaggio unico relativo alla comunicazione del territorio e rafforzare la trama di aziende, stili produttivi e tipicità che caratterizzano un territorio vinicolo.

Il progetto è nato relativamente al Soave, ma - sottolinea Moriani - è declinabile a molte altre aree vocate dellʼItalia: “il wine park ha il compito di tutelare prima di tutto l'ambiente, e innanzitutto serve un prodotto di qualità, inteso come risultante del lavoro e del sapere dei vignaioli del territorio e dellʼatto della trasformazione”. E poi, per rafforzare il concetto che il wine park sarebbe altro rispetto a un “parco a tema del vino”, verrebbero dei percorsi per far capire allʼappassionato, al visitatore, lʼeffetto del lavoro dellʼuomo e del lavoro della natura su di un territorio, in modo da fargli capire esattamente le origini, mutevoli e immutabili insieme, di quello che si appresta a bere. Perchè, conclude Moriani, “il vino è molto di più di un liquido rosso o bianco”.

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