“Il Ministero delle Politiche Agricole ha esaurito il plafond di risorse nazionali per la promozione dell’Ocm Vino (il 30% del totale, perché il 70% è in capo alle Regioni, ndr) per gli anni 2014-2015 e 2015-2016, ma non significa che in quel periodo non saranno fatte iniziative di promozione, seppure in carico alle Regioni”. Lo ha detto a Vinitaly Emilio Gatto, dg per la promozione e la qualità agroalimentare del Ministero delle Politiche Agricole, nel “Ocm promozione tra opportunità, novità e criticità”, organizzato dal Ministero in collaborazione con Business Strategies, una delle più importanti società di consulenza in Italia. La futura promozione, ha ribadito Gatto, verrà declinata “concertando con le amministrazioni Regionali e la filiera produttiva, in modo da avere un sistema flessibile e snello”. “È un peccato - è intervenuta la Ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta - ma ci sono certamente modi per sopperire a questa mancanza, ad esempio attraverso i fondi regionali e quelli interregionali”.
Focus - Il punto sull’Ocm vino in Europa ed in Italia
Nel 2013 l’Ue del vino ha prodotto 33,4 miliardi di euro di fatturato (di cui 5 sono tricolore) esportando il proprio vino in tutto il mondo. Molta parte di questo successo è, più o meno direttamente, collegato alla capacità finanziaria che l’Ocm vino promozione ha messo a disposizione delle aziende e degli istituti più importanti che portano il nome dell’Italia enoica in giro nel mondo (dai consorzi di tutela, alle organizzazioni di categoria).
Siamo ormai alla chiusura dell’ultimo ciclo quinquennale dei fondi Ocm destinati alla promozione e alla vigilia della definizione del nuovo programma di finanziamento Ue su questa materia. Quali sono le prospettive, i punti forti e le debolezze della Ocm promozione?
È questo il tema al centro del dibattito “Focus su Ocm promozione e Business strategies” a Vinitaly. Un tema forte che riguarda l’intero comparto e che non si esaurirà fino alla uscita dei nuovi bandi.
“Nello scenario del nuovo regolamento (ReCe 1308/2013) sull’Ocm unica - spiega Emilio Gatto direttore generale Mipaaf per la promozione dell’agroalimentare - la misura sulla promozione in paesi terzi rappresenta una delle leve più importanti per la creazione di sbocchi di mercato nei paesi etra-Ue. A questa, si aggiunge anche la possibilità di ricevere finanziamenti per la promozione nei Paesi Ue, ma si tratta di una misura che potrà essere intrapresa soltanto dai Consorzi e dalle altre istituzioni e non potrà avere al centro del proprio messaggio i marchi aziendali ma le denominazioni, i territori e così via..”
Ma al di là di questa novità comunque importante, le nuove misure per la promozione non mancano di punti critici. “Occorre maggiore chiarezza nei criteri di valutazione, più rapidità, flessibilità e chiarezza in tutte le procedure di attuazione - prosegue Gatto - e privilegiare le micro-piccole-medie imprese, sia snellendo la burocrazia, sia razionalizzando i costi accessori. Senza dimenticare che va chiarito inequivocabilmente che queste misure sono finalizzate a finanziare iniziative che abbiano come obbiettivo la conquista di nuovi mercati o il mantenimento di quelli già conquistati”.
Un punto questo dirimente per impedire “che si finisca per utilizzare questo strumento - sottolinea il dirigente Mipaaf - per finanziare iniziative che il beneficiario farebbe comunque. Occorre poi determinare degli strumenti che riescano a dimostrare - conclude Gatto - che il beneficiario abbia effettivamente avuto un incremento delle esportazioni nel paese target, o quanto meno non abbia perso quote di quel mercato”.
Ma se può considerarsi positivo l’impatto delle misure per la promozione, come ha ricordato Ottavio Cagiano de Azevedo, direttore generale di Federvini, “la nuova Ocm per noi presenta un punto delicatissimo, almeno finché non si chiarisce il meccanismo di passaggio dal sistema dei diritti di impianto a quello di autorizzazione”. E se, ha ricordato il Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue, Paolo De Castro, con la nuova Ocm sarà possibile utilizzare i fondi per la promozione non solo nei Paesi terzi, ma anche dentro l’Ue per progetti mirati alla crescita della cultura del vino, Cagiano commenta: “sono importanti entrambe le linee di sviluppo delle misure per la promozione all’estero, sia sul piano commerciale che per l’educazione al bere, visto che in alcuni Paesi come il Nord Europa, dovremo insegnare a consumare il vino in abbinamento coi cibi come avviene nei Paesi mediterranei”.
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