Grazie all’export la pasta regge alla crisi e continua a piacere agli italiani che restano i maggiori consumatori al mondo nonostante un calo del consumo interno tra l’1 e il 2% nel 2013 sul 2012. A sottolinearlo è l’Aidepi, l’Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane commentando i dati Istat sui consumi 2013. “Dover intaccare generi di prima necessità come la pasta o in generale i prodotti alimentari, la dice lunga purtroppo su quanto le famiglie italiane siano ancora lontane dal lasciarsi alle spalle la crisi”, dice l’Aidepi.
“Per fortuna, per l’economia del nostro Paese - continua l’associazione delle industrie di settore - arrivano segnali confortanti dalle esportazioni, che parlano di un incremento della quota export della pasta italiana del 5,4% sull’anno precedente, per un volume totale esportato di oltre 1.900.000 tonnellate, per un valore che supera i 2 miliardi di euro, con un incremento sul 2012 di quasi il 4%. Oggi oltre il 55% della produzione nazionale di pasta viene esportata: 3 piatti di pasta su 4 in Europa e 1 su 4 nel Mondo sono fatti in Italia. Questi dati dimostrano l’attenzione viva intorno a un prodotto simbolo del nostro Paese da parte di tutto il mondo e compensa in un certo senso il calo di questi consumi interni. Un segnale positivo non solo per le aziende ma per tutto il sistema economico italiano”. Tra i Paesi che importano maggiori quantità di pasta italiana, in testa la Germania, che ha segnato un incremento rispetto al 2012 in volume di oltre il +4% e in valore di oltre il +5,5%, seguita da Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Giappone, e Russia. Da segnalare la Libia che, anche per la forte presenza di italiani, ha segnato nel 2013 un vero boom in volume (+201%) e in valore (+157,4%) rispetto al 2012.
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