A Vinitaly, tra un convegno ed una degustazione, si è parlato molto di mercati, vicini e lontani. Il Consorzio per la tutela vini Soave, con il progetto Onemedit (www.onemedit.com), ha acceso i riflettori sul bacino del Mediterraneo, con il convegno “Il vino ed i paesi arabi: vendere in Marocco, Tunisia, Egitto e Turchia”. In Marocco, in particolare, oggi 8 ragazzi su 10 sotto i 30 anni bevono vino, spendendo tra i 20 ed i 30 euro a bottiglia. La Regione Veneto, invece, ha approfondito il rapporto tra Italia e Russia, un Paese che ama particolarmente il wine & food dello stivale, ma in cui, per sfondare, ci vogliono pazienza, costanza, fedeltà e la capacità di raccontare, insieme al vino, il proprio territorio.
Secondo i dati raccolti da Onemedit in Marocco, mercato in pieno boom economico, nel 2012 le importazioni di vino sono cresciute del +27% rispetto al 2011, mentre rispetto al 2001 la crescita dell’import dei vini è cresciuta del 371%. “Il Mediterraneo - ha spiegato Paolo Beltrami, di Onemedit - è per definizione il bacino in cui è nato il vino. Poi la storia e le religioni hanno allontano molte popolazioni da questo prodotto. Oggi però il mercato sta cambiando. La Turchia si conferma la piazza principale mentre il Marocco è il paese che presenta i tassi di crescita attualmente più elevati”.
In Russia, invece, il mercato è promettente, ama molto l’Italia e i suoi vini, ma richiede pazienza, costanza e fedeltà agli interlocutori scelti dalle aziende. Che non devono disperare, perché potrebbe volerci anche qualche anno per aprire tutte le porte, ma le soddisfazioni, personali ed economiche, non mancheranno, come hanno raccontato Anna Alekseyeva, il giornalista Dmitry Fedotov ed il manager aziendale Vladislav Volkov, nel workshop “Mercato russo: istruzioni per l’uso”. Un’azienda italiana che vuole entrare nel mercato russo - hanno spiegato i relatori - deve avere prima di tutto tanta pazienza, e poi fare tanta promozione, anche e forse meglio invitando da lei i possibili acquirenti, così da presentarsi anche con il proprio territorio e la propria storia: per i russi le radici sono importanti, come le emozioni e il contenuto anche culturale di una azienda. In questo approccio diretto l’Italia parte favorita perché i russi ci vengono sempre più volentieri ed è la quarta meta turistica. Se vuoi entrare nel mercato russo nel 2020 - hanno continuato i relatori - devi iniziare da adesso ad accostarti a quel mercato, corteggiando anche a lungo gli importatori. E non mollare se non si raggiungono subito i risultati previsti. Soprattutto non tradire l’importatore: se cambi una volta, la seconda non è detto che trovi altri importatori disponibili; dunque è meglio essere fedeli. Anche la politica è importante: quello russo è un mercato che ha sfaccettature di protezionismo che spesso rispondono a motivazioni politiche, ma ci può essere un blocco totale che dopo un anno sparisce. Avere un supporto di tipo politico può essere utile, sapendo però che in Russia un appuntamento politico lo si deve chiedere anche sei mesi prima.
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