Con 5,7 miliardi di fatturato (4.650 milioni per le carni avicole e 1.050 milioni per le uova) e una produzione che nel 2013 ha raggiunto le 1.258.800 tonnellate, in lievissima diminuzione rispetto al 2012 (-0,2%), le carni avicole si confermano un comparto strategico per il made in Italy alimentare. La produzione per il pollo aumenta (+0,3%) arrivando a 863.400 tonnellate, mentre la flessione è dovuta in particolare alla carne di tacchino e alle altre specie avicole. I dati dei consumi riflettono quelli della produzione e indicano nel complesso una leggerissima flessione (-0,3%), da addebitare al minor consumo di carne di tacchino e di altre specie avicole. In controtendenza il consumo di carne di pollo (+1,3% rispetto al 2012), a confermare una tendenza anti-crisi che negli ultimi 10 anni ha visto aumentare i consumi pro capite di carne di pollo del +18,4%, percentuale che cresce fino al +25% nella “finestra” (2007- 2013) della crisi, ma anche con i consumi in generale delle carni avicole, in crescita del +9% da inizio crisi economica. Ecco la fotografia del settore scattata da Unaitalia, l’Associazione che rappresenta la quasi totalità delle aziende del comparto avicolo, che si conferma completamente autosufficiente nell’approvvigionamento (il 99% del pollo mangiato in Italia è made in Italy) e per il quale si stima un leggero aumento delle produzioni totali nel 2014.
In particolare nel 2013 sono state prodotte: 863.400 tonnellate di carne di pollo (+0,3% sul 2012); 46.800 di carne di gallina (-1,4%); 313.500 di carne di tacchino (-0,4%); 35.100 di carne delle altre specie avicole allevate (-0,3%). Sul fronte dei consumi complessivi di carni avicole si registra una sostanziale stabilità. Gli italiani consumano 13,62 Kg pro capite di carne di pollo e 4,41 Kg di carne di tacchino (Sul fronte della redditività i prezzi sono aumentati del 2,6% per il pollo e del 13,0% per il tacchino). Nel complesso il consumo pro-capite di carne di pollame è risultato pari a 19,34 kg procapite considerando anche il consumo di carne di gallina e altre specie avicole. I dati diffusi da Unaitalia mostrano anche i livelli di autoapprovvigionamento del settore avicolo: in Italia infatti viene prodotto il 104,3% delle carni di pollo consumate nel nostro Paese, e addirittura il 116,6% delle carni di tacchino.
L’adeguamento degli allevamenti alle normative Ue sul benessere degli animali ha invece influenzato la produzione di uova, che ha subito un calo pari al 2,14%. Nel 2013 in Italia sono stati prodotti 12.168.000.000 di uova e per soddisfare la richiesta interna è stato necessario ricorrere alle importazioni (+145,5% sul 2012, dati Istat). Anche considerando il saldo tra import ed export, anch’esso cresciuto, sul territorio italiano sono rimasti 828 milioni di uova importate, vale a dire il 90,3% in più sul 2012.
Nel commercio con l’estero (Paesi Ue ed extra Ue), nel 2013 le quantità totali di carne avicola importate sono risultate in leggera flessione (-1,9%). Ne sono infatti entrate 86.800 tonnellate contro le 88.500 del 2012. In particolare, analizzando i dati di importazione, si nota che la carne di pollo fresca rappresenta, con 23.319 tonnellate, circa il 27% del totale delle carni avicole importate. Le principali tipologie di prodotti di pollo fresco importato sono: pollo a busto 7.500 tonnellate (32%), petti disossati e non disossati 6.900 tonnellate (30%), coscie 6.000 tonnellate (26%). I principali attori delle importazioni italiane di carne fresca di pollo sono: Germania con il 79% del totale, cui seguono molto distanziate Polonia 5%, Spagna 5% e Paesi Bassi 4%. Le nostre esportazioni totali assommano a 167.500 tonnellate (-0,4%) contro le 168.200 del 2012. Il nostro saldo import/export (tonnellate 80.700) è comunque a netto vantaggio delle nostre esportazioni tenendo comunque presente che le esportazioni italiane sono costituite in parte da prodotti avicoli con un valore minore.
Per il 2014 si ipotizza un leggero aumento delle produzioni totali di carni avicole, in particolare di carne di pollo, mentre si prevede una sostanziale stazionarietà per la produzione di carne di tacchino e leggera flessione per le altre specie avicole. Per quanto riguarda le uova invece la normalizzazione degli allevamenti dovrebbe spingere la produzione, che potrebbe tornare almeno ai livelli del 2012.
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