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IL MINISTRO MARTINA RASSICURA SALA: “MARTEDÌ A MILANO CON RENZI PER RILANCIARE E RAFFORZARE L’IMPEGNO PER L’EXPO 2015”. MA, DOPO IL MAXI BLITZ E GLI ARRESTI DI OGGI, È BUFERA SULLA GESTIONE DEGLI APPALTI IN VISTA DEL GRANDE EVENTO MENEGHINO

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Il Ministro Martina

“Ho parlato con Giuseppe Sala, e l’ho informato che martedì prossimo, con il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, saremo a Milano per rilanciare e rafforzare l’impegno di tutte le istituzioni a fianco del Commissario unico. In un passaggio così delicato, in cui ribadiamo la nostra fiducia nell’operato della magistratura, questo è il modo migliore per sostenere con forza chi lavora tutti i giorni con passione e serietà e vuole garantire totale legalità e trasparenza al grande appuntamento del 2015”. Così, il Ministro per le Politiche Agricole con delega all’Expo 2015, Maurizio Martina, rassicura il Commissario Sala, dopo una giornata a dir poco convulsa.
Mettendo ordine, stamattina, come racconta il sito d’informazione “Lettera43” (www.lettera43.it) con un maxi blitz della Guardia di Finanza, Angelo Paris, manager di Infrastrutture lombarde, e Primo Greganti, già coinvolto nell’inchiesta Mani pulite, sono stati arrestati assieme ad altre 5 persone, nell’inchiesta della procura meneghina che vede al centro episodi di turbativa d’asta e corruzione legati all’Expo. Alla base dell’indagine ci sarebbero intercettazioni e riscontri di rapporti tra ambienti della Sanità lombarda e uomini legati alla ‘ndrangheta. Una vera e propria bufera, specie se si pensa che nelle carte dell’indagine compaiono, a quanto si è appreso, anche i nomi di Silvio Berlusconi, Cesare Previti e Gianni Letta, che non risultano, però, indagati.
Paris, direttore Pianificazione e acquisti di Expo 2015 spa e general manager del grande progetto milanese, è finito in manette su ordine del giudice delle indagini preliminari Fabio Antezza in un’inchiesta per i reati contro la Pubblica amministrazione condotta dai pm milanesi Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio. Assieme a lui sono stati arrestati anche l’ex senatore di Forza Italia Luigi Grillo, come intermediario di presunte irregolarità in appalti di Infrastrutture lombarde, e due protagonisti della prima stagione di Mani pulite: l’allora segretario amministrativo della Democrazia cristiana milanese Gianstefano Frigerio e l’ex funzionario del Pci-Pds Primo Greganti. Un’altra ordinanza di custodia cautelare ha raggiunto Antonio Rognoni, l’ex direttore generale di Infrastrutture lombarde, già agli arresti domiciliari per un’altra inchiesta. La guardia di finanza di Milano e gli investigatori della Dia stanno eseguendo altre misure cautelari in un’indagine che ipotizza i reati di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta.
Un’altra tegola, pesantissima, che si abbatte sull’Expo, anche se sono decine i filoni di indagine aperti dalle diverse Procure sulle opere per l’esposizione universale e le ipotesi di reato le più svariate: traffico illecito di rifiuti, tangenti, corruzione, turbative d’asta, appalti pilotati, infiltrazioni della ‘ndrangheta. Affari illeciti per i quali, dal 2012 ad oggi, magistrati e inquirenti hanno arrestato decine tra imprenditori, professionisti, consulenti, manager pubblici. L’ultimo scandalo, solo meno di due mesi fa: il 20 marzo, su ordine del gip di Milano Andrea Ghinetti, fu arrestato Antonio Giulio Rognoni, direttore generale di “Infrastrutture Lombarde”, la società per azioni controllata dalla regione Lombardia che si occupa della realizzazione delle opere pubbliche, dalle scuole agli ospedali, fortemente voluta dall’ex governatore lombardo Roberto Formigoni. Rognoni, che con il parlamentare azzurro è amico di vecchia data, era anche amministratore della partecipata “Costruzioni Autostrade Lombarde”. Con lui in carcere è finito anche il capo dell’ufficio gare e appalti della società operativa “Infrastutture lombarde società per azioni” (Ilspa), Pierpaolo Perez, e altre sei persone sono state messe ai domiciliari. Secondo gli inquirenti, Rognoni, tra il 2008 e il 2012, si sarebbe adoperato per manovrare una serie di appalti, concedere consulenze senza gara, falsificare documenti, il tutto al servizio di una rete di professionisti impegnati ad “accaparrarsi il maggior numero di commesse pubbliche”, dando vita di fatto a un “organismo parallelo costituito da consulenti esterni”.

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