Un’adesione media del 70% ha sancito, secondo i sindacati, il successo dello sciopero di oltre 1 milione di lavoratori dalla ristorazione collettiva al turismo, dagli alberghi alle agenzie di viaggi, dalle grandi catene del fast food come McDonald’s e Autogrill ai marchi della grande distribuzione (Carrefour, Oviesse, Esselunga, Auchan) per chiedere il rinnovo del contratto di lavoro.
Dopo lo sciopero global del 15 maggio quando hanno incrociato le braccia gli addetti Usa e mondiali del fast food, mobilitazioni, sit in e flash mob sono arrivate ieri nelle principali città italiane e anche nei centri di provincia. Migliaia di lavoratori hanno inscenato proteste contro le controparti datoriali Fipe Confcommercio, Confindustria, Confesercenti, Fiavet “che in diversi modi stanno ostacolando la sigla dei rispettivi accordi” spiegano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, i sindacati di categoria promotori della protesta.
“Parliamo di un milione di lavoratori che operano in uno dei settori più strategici ed economicamente rilevanti del Paese, quello dell’accoglienza e dell’ospitalità eppure alla vigilia di Expo 2015 il Governo continua a non spendere una parola su questa tormentata vicenda” afferma Cristian Sesena della Filcams Cgil. “La situazione più grave è quella determinatasi al tavolo di Fipe Confcommercio che ha disdettato il contratto”. I sindacati si aspettano una convocazione per i prossimi giorni.
La protesta investe un’area occupazionale variegata complessa in cui le forme più spinte di precarietà e di bassi salari, denunciano i sindacati, convivono con il lavoro tutelato, dove si assiste a ingaggi dalle durate e modalità più disparate e dove il lavoro a chiamata o a voucher sono diventati tipologie largamente usate oltre alle partite Iva e agli stage.
“Siamo determinati a riprendere il negoziato con tutti e a cercare tutte le strade possibili per arrivare a soluzioni condivise. Se però le controparti continueranno a chiedere solamente tagli a salari e a diritti, la mobilitazione continuerà. In Italia - dice Sesena - è ora di investire sul lavoro perché solo dal lavoro può nascere altro lavoro”.
“L’alta partecipazione allo sciopero è un segnale di quanto sia urgente il completamento dei rinnovi contrattuali del settore - aggiunge il segretario generale aggiunto Fisascat Cisl, Giovanni Pirulli - giungere nel breve periodo a una sintesi condivisa con le associazioni datoriali rappresenta un’opportunità per il rilancio dell’intero comparto, che noi consideriamo strategico e volano per la ripresa economica del Paese”.
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