Il sorpasso: il Cile diventa il quarto esportatore mondiale di vino e, con un 2013 da record, supera l’Australia, e si afferma per la prima volta come primo Paese del Nuovo Mondo, dietro al trio Francia-Italia-Spagna, saldamente al comando. L’export del Paese andino, nel 2013, è cresciuto dell’8%, ed oggi rappresenta il 52% delle vendite complessivo, anche grazie al forte investimento in marketing e comunicazione, che assorbe il 5% degli introiti complessivi. L’Australia, al contrario, ha subito il primo calo delle esportazioni dal 2000, a causa dell’austerity imposta dal Governo cinese e del calo della domanda in Usa e Gran Bretagna, ma precede ancora l’Argentina, alle prese con l’ennesimo crack economico, il Sudafrica, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti .
Secondo il rapporto dell’Oiv - Organizzazione internazionale della vigna e del vino, le spedizioni di vini cileni nel 2013 hanno raggiunto un valore di 1,9 miliardi di dollari, pari a un incremento dell’1,5% sul 2012, con la quota di export che, in termini quantitativi, è passata dal 49,5% al 52%, grazie, principalmente, alla crescente popolarità dei vini d’alta gamma.
Anche se si tratta di una crescita dovuta in buona parte al calo dell’Australia, è comunque il primo risultato visibile del “Piano Strategico 2020”, lanciato nel 2012 da Mario Pablo Silva, vice presidente di “Vinos de Chile” (www.vinosdechile.com), la cui ambizione è quella di posizionare il Paese, in tutto il mondo, come il più grande produttore di vini di alta gamma del Nuovo Mondo, puntando proprio a superare l’Australia in questo settore. Il primo passo sembra riuscito, ora, oltre a lavorare sulla qualità, c’è la necessità di investire ancora di più nell’immagine del vino cileno all’estero, senza dimenticare che, come ricorda lo studio dell’agenzia spagnola Icex - España Exportaciones e Inversiones, il prezzo medio del vino cileno è ancora tra i più bassi al mondo: nel 2013 era di 3,75 dollari al litro, solo il Sud Africa ha fatto peggio, con 2,28 dollari al litro.
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