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Nell’Italia dove l’enogastronomia è prima di tutto cultura l’educazione alimentare ancora fatica ad entrare a scuola: in “La Buona Scuola” del Governo si parla solo di educazione fisica. Segrè (Last Minute Market): “speriamo nel 2015, anno dell’Expo”

Non Solo Vino
Andrea Segrè, storico ideatore di Last Minute Market

Fatta eccezione per alcuni (pochi) progetti virtuosi, in Italia, l’enogastronomia, culturalmente, socialmente ed economicamente tra le voci più importanti del Paese, non si studia a scuola. Un Paese che, tra l’altro, non dimentichiamolo, sotto i riflettori internazionali, si prepara ad ospitare un Expo dedicata proprio al tema della nutrizione, che per le scuole italiane e straniere ha messo a punto un progetto ad hoc. Prima però di raccontarci al mondo, forse, c’è ancora molto da fare in tema di educazione alimentare: introdurla nelle scuole è l’appello al Governo e al Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che, alla loro riapertura, si rinnova questa volta con il professor Andrea Segrè, storico ideatore di Last Minute Market, lo spin-off dell’Università di Bologna impegnato nella lotta allo spreco alimentare, con tante iniziative per le scuole, e alla guida del Comitato tecnico scientifico del Piano di Prevenzione dei rifiuti del Ministero dell’Ambiente, dove, al primo punto, c’è la proposta dell’inserimento nei programmi scolastici, di ogni ordine e grado, dell’educazione alimentare ed ambientale. Segrè “mette sotto esame” “La Buona Scuola”, il documento programmatico del Governo Renzi per riformare la scuola, in cui si parla di dedicare più ore alla storia dell’arte, alla musica, all’inglese, all’informatica, e in cui, fa notare il professore a WineNews, “c’è si un accenno al problema dell’obesità che è un problema importante in Italia soprattutto in età giovanile, ma la risposta è più educazione fisica. Che va bene, ma a monte ci vuole l’educazione alimentare”. Un’esigenza sempre più sentita. “da parte della politica c’è attenzione e sensibilità - spiega Segrè - come della società civile, dalle famiglie e dalle scuole stesse, ricevo continuamente sollecitazioni e progetti e iniziative sul tema. Se il piano scuola, che è molto ampio in verità, è ancora aperto, c’è tempo per inserirlo. Non sono un pedagogista, e da professore universitario mi rivolgo a studenti più grandi, ma sento la necessità di affrontare il tema, in modo trasversale tra le materie o diretto come materia ad hoc a seconda del livello scolastico. Mi auguro che questa sensibilità si concretizzi nel prossimo anno, con l’Expo, tra l’altro, come occasione per inserire questo tema nella scuola”.
“Nel corso degli anni - si legge in “La Buona Scuola” - la scuola ha indebolito la sua capacità di trasmissione di un patrimonio storico, culturale e creativo unico al mondo. Un patrimonio che è molto di più di una semplice tradizione da ricordare: è ciò che contraddistingue la nostra identità, e che alimenta la nostra creatività”. Premessa e riflessione fondamentale, per intensificare l’insegnamento a scuola della musica e della storia dell’arte. Ma anche dell’educazione motoria e dello sport, come raccomandato dall’Oms-Organizzazione Mondiale della Sanità, tanto più in un Paese “a rischio” come l’Italia in cui, prosegue il documento, “1 bambino su 3 tra i 5 e i 17 anni è in sovrappeso o obeso, con picchi che raggiungono anche il 40% in alcune regioni. Un dato preoccupante, che dobbiamo contrastare. L’educazione alimentare resta cruciale, ma cominciare dall’attività fisica è una componente fondamentale”. Ma nulla più sull’argomento.
Far diventare l’educazione alimentare materia curriculare nelle scuole è un obbiettivo ambizioso. Ma se è vero che ancora non trova una progettazione pubblica definita, è vero anche che non mancano esempi di iniziative che partono da associazioni o privati, riconosciute, appoggiate e promosse con le istituzioni. Dal programma “Il Gusto fa Scuola” di Federalimentare con il Ministero dell’Istruzione (www.ilgustofascuola.it) all’“Educazione alla Campagna Amica” di Coldiretti sempre con il Ministero (www.donneimpresa.coldiretti.it/Pagine/educazione-Campagna-Amica.aspx), ad iniziative private come il “Laboratorio Winenews per l’Educazione al gusto”, ideato da WineNews in Toscana con i bambini a lezione in classe nelle proprie scuole, chiamati a curare un orto urbano, seguire visite in aziende agricole e laboratori didattici, dove toccano letteralmente con mano la filiera del cibo e dell’agricoltura (www.winenews.it).
Tanto che in “La Buona Scuola” all’apertura al privato, in termini, prima di tutto, di risorse economiche, ma anche di idee, è dedicato un capitolo: “l’investimento nella scuola non deve essere considerato solo una voce di spesa della Pa - si legge - ma uno sforzo di tutto il Paese nel costruire il suo futuro. Per questo crediamo che le risorse pubbliche debbano servire anche per fare leva e attrarre sulla scuola molte risorse private”. E tra gli strumenti per unire risorse pubbliche e private si parla di School Bonus, un bonus fiscale per un portafoglio di investimenti privati (da parte di cittadini, associazioni, fondazioni, imprese) nella scuola, School Guarantee, per premiare l’impresa che investe nella scuola per creare occupazione giovanile, ed il crowdfunding, lo strumento che può coinvolgere tutti i cittadini per incentivare meccanismi di microfinanziamento diffuso a favore della scuola.
Anche l’Expo Milano 2015 ha il suo Progetto Scuola in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e il Padiglione Italia, un percorso didattico, educativo e formativo che parte dall’Italia per coinvolgere anche le scuole straniere con bandi di concorso che sostengono gemellaggi e visite didattiche, che inizia con il lavoro in classe, continua con la visita all’Expo, e termina con l’eredità che i ragazzi lasceranno sul tema dell’alimentazione con i loro migliori elaborati (www.expo2015.org/it/progetti/progetto-scuola).
Tornare sull’argomento, rinnovare l’appello perché l’educazione alimentare diventi a tutti gli effetti materia scolastica per educari i bambini, i più piccoli consumatori di oggi ed i futuri di domani. Abbiamo detto la nostra, come richiesto dal Premier Matteo Renzi (per partecipare: www.labuonascuola.gov.it, dal 15 settembre al 15 novembre).

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